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Vive nelle campagne siciliane, lo "cacciano" i fotografi: perché si chiama ragno Napoleone

È fra i più ambiti dagli appassionati di scatti naturalistici ed è chiamato così dagli scienziati per via di una certa "somiglianza" con il famoso imperatore francese

Aurelio Sanguinetti
Esperto di scienze naturali
  • 4 maggio 2024

Un Ragno Napoleone (foto di Angelo Costanzo)

Si aggira tra le campagne siciliane, affollando i prati fioriti come le radure frequentate dagli escursionisti durante la primavera, ed è famoso poiché si ciba principalmente di piccoli insetti e d’imenotteri (come vespe, api e formiche ndr), che si radunano attorno ai petali e al polline rilasciato dai fiori.

È una specie di ragno molto particolare, che è rimasta impressa nella memoria degli entomologi non tanto per la sua pericolosità (quasi nulla, non disponendo di un veleno potente), ma per via del suo coraggio e della macchia che ne decora il dorso e la parte sommitale dell’opistosoma (addome ndr).

Si sta parlando del Synema globosum, un piccolo ragno appartenente alla famiglia dei Thomisidae (noto come gruppo dei ragni granchio), che ha la particolare di disporre una "macchia sulla schiena" che ricorda la silhouette di Napoleone, mentre indossa il capello.

Proprio a seguito di questa sua stranezza, questa specie ogni anno è fra le più fotografate dagli appassionati di fotografia naturalistica nella nostra Sicilia ed è stata gergalmente chiamata dagli scienziati Ragno Napoleone, proprio per via di questa sua somiglianza con il celebre imperatore francese. A differenza di altri ragni, però, questa specie è famosa anche per non realizzare le ragnatele, essendo in grado di saltare addosso alle sue prede e di stordirli, prima che possano difendersi.
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Per farlo, si mimetizzano sotto le corolle dei fiori ed eseguono un rapido agguato, che gli permette di infliggere numerosi danni alle loro vittime. Seppur i maschi adulti di questa specie raggiungano dimensioni davvero ridotte, non superando mai i 2–4 mm di lunghezza, le femmine sono più grandi, tanto che alcuni esemplari possono superare i 7–8 millimetri e avere delle zampe anteriori molto sviluppate.

Per quanto inoltre siano piccoli, questi ragni possono uccidere insetti molto più grandi di loro, tanto da riuscire a cacciare bombi e bruchi cinque volte più pesanti di loro.

Un'altra particolarità di questa specie è che le sue popolazioni possono avere delle colorazioni diverse, un fenomeno che un tempo aveva illuso gli scienziati, portandoli a riconoscere più specie. In Sicilia sono presenti principalmente le popolazioni che presentano un addome con sfondo rosso, giallo o bianco, mentre "la macchia di Napoleone" è sempre nera.

È possibile vedere un esempio di Synema globosum con addome bianco nell’immagine di sovracopertina di questo articolo, che è stata gentilmente concessa da Angelo Costanzo.

Come detto, numerose schiere di naturalisti e di fotografi ogni anno setacciano le campagne siciliane alla ricerca di questa specie, ma quali sono i siti in cui è possibile osservarla più facilmente?

Sebbene sia presente in tutto il Paleoartico occidentale, tranne che in Scandinavia, in Irlanda e nel Regno Unito, è nel Mediterraneo che il Ragno Napoleone ha trovato i suoi habitat preferiti, tanto che in Sicilia e in Sardegna vi è possibile trovare alcune delle sue più numerose popolazioni.

Nella nostra isola, il Synema globosum si trova principalmente in tutte le campagne del palermitano, del trapanese e dell’agrigentino, anche se è possibile trovarlo anche nel nisseno e nelle province di Siracusa e Ragusa. Considerando inoltre che le nostre temperature gli permettono anche di salire di quota, non è raro trovarlo alle pendici delle Madonie e dei Nebrodi, oltre il limite delle foreste.

Nel caso vogliate però avere una maggiore probabilità di trovarlo, potreste optare per visitare alcune riserve naturali in cui crescono maggiormente le piante visitate dalle sue prede.

Tra queste c’è sicuramente la “Riserva naturale integrale della Grotta di Santa Ninfa”, come il Bosco di Birribaida, le Saline di Trapani e la “Riserva Naturale Grotta di Entella”.
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