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Chikinki, astri nascenti del rock-dance inglese

  • 19 dicembre 2005

Ci vuole poco a costruire un mito. In questo, la stampa musicale britannica è specializzata. Ogni mese, ogni settimana forse, escono nuove “next big thing”. Nuovi Beatles. Nuovi Radiohead. Un singolo che fa muovere il piede, che fa dondolare la testa, mastodontici battage pubblicitari per l’uscita dell’album, e il gioco è fatto. E’ inevitabile: la Gran Bretagna è, da sempre, una fucina inesauribile di talenti, veri o presunti. Quanti dei gruppi pompati da NME e Rolling Stone si confermano su alti livelli (di fama e di qualità)? Il fatto è questo: che spesso le premesse ci sono tutte. Gli ultimi arrivati sulla scena inglese si chiamano Chikinki, provengono da Bristol ma la loro musica ha poco o nulla a che vedere con le sonorità che hanno reso famosa la città del South West e artisti come Tricky, Massive Attack e Portishead. Lo chiamano electrobeat, ed è un rock venato di sonorità elettroniche, di ritmi danzerecci, di sfumature glam che vanno tanto di moda ultimamente. I cinque ragazzi inglesi si esibiranno sul palco dei Candelai di Palermo (via Candelai 65) il 22 dicembre nell'ambito della rassegna di musica alternativa Indiexplosion.

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Meno rockeggianti dei The Music ma più portati a coinvolgere le persone sulla pista da ballo, i Chikinki si formano nei tardi anni Novanta, e dividono un appartamento che ancora oggi rappresenta il centro nevralgico della band e il loro studio di registrazione casalingo. Nella primavera del 2003 il quintetto di Bristol entra in sala di registrazione a Bath assieme al produttore Steve Osburne (U2, New Order), per poi trasferirsi a Londra per il mixaggio, affidato a un vero “guru” del settore, Alan Moulder (Depeche Mode, Smashing Pumpinks). Esce così “Lick Your Ticket”, pubblicato in Inghilterra su Universal/Island nel 2004. L’anno successivo l’etichetta berlinese Kitty-Yo licenzia il disco per l’Europa. La critica lo acclama da subito come uno dei migliori album di debutto dell’anno. L’hype che circonda band dai buoni riscontri artistici, grandiose dal punto di vista mediatico, macchine da copertina di riviste trendy, come Strokes e Libertines (già affossati dall’involuzione tossica del leader Pete Doherty), oltre a svariati colleghi d’Oltreoceano, non risparmia i Chikinki che hanno tutte le carte in regola per una luminosa carriera nel traboccante star-set britannico, a patto di confermarsi coi successivi lavori. Next big thing? Intanto, si balla. Poi si vedrà. L’esibizione dei Chikinki sarà seguita da un appuntamento consolidato di Indiexplosion, il dj-set di B-Sucker con le sue selezioni di musica alternativa all’insegna della contaminazione dei generi, tra nuove proposte e vecchi classici. L’ingresso al concerto costa quattro euro. L’apertura dei cancelli è prevista per le 22.

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