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Nel complesso dello Steri, un gioiello gotico

La chiesa di Sant’Antonio Abate, da tempo non più luogo di culto, diventerà adesso sede del dibattito culturale e scientifico della Sicilia occidentale

Balarm
La redazione
  • 3 febbraio 2009

Tornerà a splendere un piccolo gioiello gotico nel cuore del complesso dello Steri. Sono appena partiti i lavori di restauro della chiesa di Sant’Antonio Abate, che sorge accanto a Palazzo Chiaromonte, legata a doppio filo alle vicende della potente famiglia di feudatari siciliani che a metà del Trecento impose il suo dominio su gran parte dell’Isola, amministrandola per conto della regina Maria d’Aragona.

La cappella da tempo non più luogo di culto, di proprietà del Demanio e concessa in uso perpetuo all’Università di Palermo nel 1999, diventerà sede di attività culturali dell’Ateneo. Ad aggiudicarsi i lavori, che dureranno dodici mesi, è stata la ditta MCN srl di Favara, in provincia di Agrigento, per un importo contrattuale di 346.342 euro più 31.602 euro di oneri di sicurezza, con un ribasso del 16,819% sulla base d’asta di 378.380 euro.

Ma la chiesetta, che Manfredi Chiaromonte dedicò al santo egiziano, uno dei fondatori del monachesimo orientale, cui erano devoti i Crociati di ritorno dai luoghi sacri, comincia già a svelare i suoi primi segreti. Durante la realizzazione del progetto di recupero del monumento, è stato scoperto infatti un volto di Cristo, in buono stato di conservazione, affrescato sullo stipite della finestra sulla parete sinistra, in prossimità dell’abside.
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Un’immagine straordinariamente somigliante a quella dipinta sulla sesta trave del soffitto della Sala Magna dello Steri. Sull’identità dell’autore si fanno solo ipotesi: secondo alcuni l’affresco potrebbe essere stato realizzato da uno dei tre pittori che illustrarono il soffitto trecentesco della Sala Magna, secondo altri da Antonello Crescenzo che alla fine del Quattrocento lavorò allo Steri.

L’interessante ritrovamento e le caratteristiche architettoniche di un manufatto gotico praticamente sconosciuto sono stati illustrati, alla presenza del rettore Roberto Lagalla, dell’ex rettore Giuseppe Silvestri, del prorettore all’Edilizia Antonio De Vecchi, del direttore dell’Ufficio tecnico dell’Ateneo, Nino Catalano, del direttore dei lavori Carla Lenzo.

«Questo restauro – ha affermato Lagalla - consentirà la fruizione storico-artistica e culturale di un nuovo bene che si integra nell’offerta complessiva dello Steri. Il nostro obiettivo è quello di far rivivere questa preziosa gemma per accogliere dibattiti, mostre, esposizioni museali di prestigio per il territorio. Un ulteriore tassello di una politica generale che vuole recuperare tutti gli spazi ancora non utilizzati all’interno dello Steri, per rendere l’edificio sede del dibattito culturale e scientifico della Sicilia occidentale».

Il prospetto principale è caratterizzato da un ingresso con arco a sesto acuto, decorato con un fine rilievo marmoreo, con un motivo di foglie di acanto e grappoli. Sull’architrave un medaglione con Sant’Antonio Abate fiancheggiato da due angeli, due stemmi chiaromontani e due serafini. Ai lati dell’ingresso, due finestre uguali di pietra, sormontate dalle armi chiaromontane. L’interno è a unica navata, con abside e due crociere i cui costoloni poggiano su gruppi di colonne addossate alle pareti. I signori dello Steri assistevano qui alle funzioni, accedendo da un corridoio non più esistente.

Dopo l’uccisione nella piazza antistante di Andrea Chiaromonte, la chiesa passò sotto il patronato regio. La costruzione ha subito rinnovamenti nel corso dei secoli ed è stata spogliata del suo originario apparato decorativo. Oggi la chiesa presenta uno stato di degrado a causa di umidità e infiltrazioni d’acqua, che hanno danneggiato gli affreschi. Per maggiorni informazioni chiamare al 335.1008603 o al 368.7316073.

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