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Acque e depurazione: Sicilia fanalino di coda dell'UE

Mentre precipita in fondo alla classifica dell'UE sulla gestione degli impianti di depurazione delle acque marine, la Regione Sicilia sblocca i primi interventi e fondi

  • 14 agosto 2016

Il mare, che dovrebbe essere la risorsa principale di una regione come la Sicilia, continua ad essere al centro di questioni di malagestione e incuria. Le "solite cose", direbbe un qualunque siciliano.

Neanche dopo che l'Unione Europea - che quattro anni fa aveva avviato ben 452 procedure di infrazione contro lo Stato italiano a causa degli impianti di depurazione in Sicilia - ha puntato i riflettori sull'isola, si è verificato l'auspicato cambio di direzione.

Avevamo già parlato del progetto di Legambiente della Goletta Verde, del viaggio dell'imbarcazione lungo le coste italiane e dei risultati catastrofici emersi dalle analisi delle acque dei luoghi balneari più frequentati da turisti e cittadini. Luoghi dove i depuratori sono totalmente assenti o malfunzionanti, in cui gli scarichi a mare rendono impraticabili zone di costa che dovrebbero entrare di diritto nella lista dei paradisi balneari siciliani.

Il rapporto è di uno ogni due: uno scarico su due finisce in mare. Il sistema di depurazione è obsoleto e la Sicilia è all'ultimo posto nella classifica redatta dall'UE. È, inoltre, scaduto il termine per uscire dalle procedure di infrazione, nonostante il "Cipe" (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) abbia stanziato 65 milioni di euro per lo sviluppo degli impianti in Sicilia, rimasti totalmente inutilizzati.

Oggi la Regione, nella persona dell'Assessore all'Energia e Commissario per la Depurazione Vania Contrafatto, ha sbloccato i primi interventi. Cinque le gare pubblicate, rispettivamente per Palermo, Carini, Marsala e Misterbianco. Insufficienti, però, i fondi utili per coprire l'intera mole di lavoro prevista (12 milioni a fronte di 245 milioni).

Al momento il bando offre alla città di Palermo soltanto 60mila euro, appena sufficienti individuare l'esperto con il compito di svolgere tutte le verifiche tecniche precedenti agli interventi veri e propri.

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