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All'Abatellis Figure Mariane e opere del 500

Maestri eclettici di stile, affascinati e attratti dalla tecnica michelangiolesca, portatori di una sintesi sia artistica che visiva a Palazzo Abatellis

  • 24 gennaio 2012

Il Manierismo come “maniera di stile” pittorica e non solo. Il Circuito del Mito presenta mercoledì 25 gennaio alle 17 “Figure Mariane e capolavori del Cinquecento. Pittura della tarda Maniera dai depositi di Palazzo Abatellis”. L'Assessorato regionale del Turismo dello Sport e dello Spettacolo, grazie al contributo del gruppo editoriale Kalòs, promuove una mostra che si presenta come un viaggio alla scoperta di un mondo affrescato e dipinto dai più grandi nomi del panorama manieristico del Cinquecento palermitano.

Parabola ascendente iniziata alla fine del Duecento con Cimabue e Giotto, trova il suo apogeo cromatico e pittorico in Michelangelo, Raffaello e Leonardo, padri di una progressione artistica culminata nello stile del Manierismo, che tra meriti e capacità, giunge alla definizione di una perfezione formale che cristallizza un nuovo ideale di bello, superando gli antichi artefici dell’arte classica. La “bella maniera” si è affermata come stile espressivo e non si è risparmiata di stregare pittori e artisti colti, legati alle élite della società siciliana del tempo, fra la corte viceregia, la potente aristocrazia terriera di origine feudale e i maggiori ordini religiosi.

In esclusiva nelle solenni e maestose sale del museo nel cuore della Kalsa, si presentano alcuni fra i dipinti più significativi dell’ultima stagione della Maniera, che nella Palermo della fine del XVI secolo trovò grandi interpreti come Giovan Paolo Fonduli, Paolo Bramè, Giuseppe Alvino e Simone de Wobreck: maestri eclettici di stile, affascinati e attratti dalla tecnica michelangiolesca, portatori di una sintesi sia artistica che visiva, cadenzata dal bisogno di interpretare l’accurato repertorio di soggetti figurativi religiosi che si era affermato nel clima della Controriforma. Le opere che vengono esposte, infatti, provengono direttamente da altari di chiese e cappelle e sono firmate dai singoli pittori, anche se è da ricordare il fatto che tali artisti, in occasione di vere e proprie imprese decorative, come la residenza di Palazzo Reale o gli apparati effimeri, si trovavano a collaborare armonicamente in équipe.

Già presenti al museo nell’ala quattrocentesca affreschi manieristi da Vasari e Caravaggio a Polidoro e Muziano, nel nuovo spazio espositivo si dispiega l’opera, oltre che dei già citati Wobreck, Alvino, Bramè e Fonduli, anche di artisti come Gaspare Bazzano, Pietro D’Asaro e Filippo Paladini. Interverranno alla mostra Salvatore Presti, direttore artistico del Circuito del Mito e Teresa Pugliatti, professore ordinario di storia dell’arte moderna all’Università di Palermo, la quale ha affermato che «Tale pittura si pone all’interno di una produzione di bella qualità che, a tutt’oggi, al di fuori della cerchia degli specialisti, è di fatto sconosciuta». Inoltre, è stato realizzato un allestimento dedicato agli interventi conservativi e di restauro delle tele a cura di Sabrina Sottile e Cristina Catanzaro. La mostra sarà visitabile fino al 29 febbraio e l’ingresso all’esposizione è libero e gratuito. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.circuitodelmito.it.

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