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Parliamo con l'assessore Andrea Cusumano: "lavoro per la città, non per i voti"

L'intervista ad Andrea Cusumano, artista definito "vulcanico" da Art Tribune che dal 2014 è assessore alla cultura della giunta Orlando: un primo bilancio del suo lavoro

  • 20 settembre 2016

Un incontro con l'Assessore alla Cultura di Palermo, Andrea Cusumano, palermitano riadottato dalla sua città dopo anni di lavoro e studio all'estero in giro per l'Europa.

Un ritorno dettato dalla volontà di lasciare qualcosa per la sua città, di avvicinarla alla realtà artistica continentale dalla quale, a volte, sembra parecchio lontana, se non di certo per la qualità dei propri artisti, per l'assenza di un piano e un'organizzazione generale.

Assessore, la prossima primavera scade l'attuale giunta e lei è arrivato solo due anni fa. Quanto tempo le servirebbe per concludere il lavoro iniziato?
È difficile poter dire di aver concluso il lavoro in una città come Palermo dove c'è sempre da fare qualcosa. Nel mio mandato ho previsto due fasi di lavoro: la prima era quella di mettere a sistema tutte le realtà che direttamente dipendono dal Comune, la seconda fase prevede invece che siano messe a sistema tutte le realtà culturali presenti in città, a prescindere dall'ente che le gestisce.

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Ci faccia un esempio in cui si è riusciti a fare sistema.
I Cantieri Culturali della Zisa sono protagonisti di un cambiamento sostanziale: abbiamo pubblicato un bando di assegnazione degli spazi, valutato i progetti sia per la loro qualità artistica che per la loro sostenibilità. Al momento quasi tutti gli spazi hanno una loro nuova funzione e già dalla primavera del prossimo anno saranno attivi. Sto valutando che tipo di realtà istituzionale possa avere il coordinamento generale dei Cantieri che, dato il corposo numero di soggetti che lavoreranno al suo interno, sarà necessario. Tutto questo a costo zero per le casse del Comune.

E oltre agli interventi a carico degli assegnatari, il Comune cosa ha previsto?
Vogliamo realizzare l'Archivio Fotografico della Città in uno dei capannoni non assegnati con la direzione di Letizia Battaglia e una sede distaccata della biblioteca comunale allo Spazio Due Navate con strumenti di consultazine audio e video legate al contemporaneo.

La sua attività di docente l'ha portata a vivere a Londra, una realtà che ha un rapporto con la cultura decisamente differente da quello italiano. Come sono andati questi due anni?
Anche se ero abituato ad un modo totalemente diverso di gestire ogni aspetto che riguarda l'amministrazione e alla velocità di concretizzare, sapevo quello che trovavo a Palermo, ma non me ne sono mai lamentato. Se ho scelto di accettare questo incarico è solo perchè credo di poter lasciare qualcosa alla mia città, di farla entrare nel circuito internazionale dell'arte, così come dimostra la vittoria per Manifesta 2018.

Il prossimo anno ci saranno le elezioni...
Non ho mai pensato in questi termini, ho sempre fatto le mie scelte in funzione di un progetto che potesse restare alla città. Non sono un politico e non sono mai andato in cerca di voti o di visibilità: ho lavorato perchè a Palermo si mettesse ordine e si facesse sistema, quando arriverà qualcuno dopo di me troverà delle realtà già pronte.

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