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Ballarò nel mirino, ma c'è una Palermo che non cambia

Una serie di operazioni scuotono Ballarò, cercando di riportare legalità in quella che sembra essere diventata una piazzaforte della malavita. Ma il problema è alla base

  • 10 dicembre 2014

Nell'ultimo mese la borgata di Ballarò, a Palermo, è stata l'epicentro di una serie di azioni finalizzate a smantellare la malavita e a riportare la legalità in una zona a rischio. Nonostante il succedersi delle operazioni, l'antico mercato continua ad essere un luogo pericoloso, dove lo spaccio di droga e il commercio di oggetti rubati è all'ordine del giorno. (la foto in home page è di Luca Campigotto)

Nelle ultime ore è cresciuto esponenzialmente il numero di ambulanti denunciati, per non parlare delle saracinesche che si sono necessariamente dovute abbassare in quanto esercizi illegali.

Chili e chili di prodotti, sia alimentari che d'uso giornaliero, sono stati sequestrati o gettati via: a risentirne maggiormente è stato il mercatino abusivo dell'usato, epicentro del riciclo di molti dei cellulari, degli stereo e degli apparecchi che ogni giorno vengono abilmente rubati ai palermitani.

Nonostante queste operazioni si siano succedute nel tempo, la movida a Ballarò non si è mai davvero fermata, così come non si è fermato il commercio. Certo, adesso vengono inferti potenti colpi all'illegalità, ma questa non è ancora svanita.

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E la realtà è che probabilmente non svanirà. Questo non è il classico pessimismo palermitano, ma bensì una valutazione portata avanti dopo l'attenta osservazione dei comportamenti delle ultime settimane: i giovani che nel weekend si recano a Ballarò sono diminuiti, ma non sensibilmente.

È ancora pronta la risposta ma vai a Ballarò! quando qualcuno dice cerco questo oggetto, ma vorrei spendere poco. «Non voglio comprare oggetti rubati - ci dice un giovane che frequenta abitualmente il mercato - ma Ballarò rimane il luogo dove, a partire dalla notte, puoi trovare davvero tutto: persino le scarpe».

L'immagine che continua a tornare alla mente è dunque quella del cane che si morde la coda: «perché se ho pochi soldi non posso andare nei negozi, dove vado? Vado a Ballarò. Pure per bere vado a Ballarò. Che devo fare?».

Finché la crisi andrà di pari passo all'offerta illegale, forse non tutti, ma molti palermitani ricorreranno al bieco compromesso di alimentare un commercio irregolare fin troppo vivo.

E allora ben vengano le operazioni di polizia, ma che siano legate ad operazioni di sensibilizzazione. Che entrambe siano costanti e abbattano ogni possibile scappatoia: perché sia chiaro che avere pochi soldi in tasca non significa, necessariamente, favorire il lato marcio della città.

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