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Caso infopoint: uffici green ma chiusi, per colpa di chi?

Il Comune ha annunciato gli orari di apertura dei sei infopoint: con strutture ecosostenibili, i punti di informazione non garantiscono un servizio adeguato

  • 18 maggio 2016

La Sicilia, terra di mare, sole e turismo è in costante lotta contro sé stessa, perché per colpa di non si sa chi, non è in grado di garantire servizi di base a cittadini e turisti: oggi torniamo a parlarvi della spiacevole vicenda degli infopoint a Palermo, che sembra ormai diventata una barzelletta.

In una nota, il Comune ha annunciato gli orari di apertura dei sei servizi di informazione per i turisti e le cattive notizie sono sempre dietro l'angolo: quattro uffici aprono solo la mattina fino a venerdì, solo due restano aperti la domenica e nel pomeriggio e il sabato i visitatori non possono usufruire del servizio, che resta chiuso.

Gli infopoint "Politeama", "Porto", "Mondello" e "Galletti" sono operativi dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 13.30. Solo al porto, e in via del tutto occasionale, si prevedono eventuali aperture fuori orario, in base agli arrivi di navi da crociera e compatibilmente con le necessità del personale.

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Il chiosco "Cavour" è aperto dal lunedì al venerdì, dalle 8.30 alle 18.30 e la domenica dalle 9.00 alle 19.00. Alle spalle di Palazzo delle Aquile, c'è poi l'infopoint "Bellini", aperto dal lunedì al giovedì dalle 8.00 alle 20.00, il venerdì dalle 8.30 alle 18.30 e domenica dalle 9.00 alle 19.00.

Tutto questo "ambaradan" deriva non dalla mancanza di volontà da parte dei dipendenti, bensì dalle clausole dei loro contratti di lavoro: assunti inizialmente per lavorare 22 ore ogni settimana, dopo oltre sette anni di lotte e subbugli, i lavoratori hanno ottenuto un nuovo contratto con un aumento di 3 ore. Peccato che, per far sì che le strutture restino aperte anche nel weekend, sarebbe necessario che i dipendenti ottenessero un contratto di 36 ore.

Sembrano riflessioni ridondanti queste, anzi lo sono, ma non ci si può esimere dall'affermare che sì, cittadini e turisti apprezzano la tanto decantata ecosostenibilità delle strutture, ma sarebbe ora di svegliarsi e rendersi conto di come questi disservizi potrebbero, quanto prima, essere la causa di ulteriori perdite economiche per la città.

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