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Cronaca di un fallimento: il triste epilogo della Vucciria

È la cronaca di un vero e proprio fallimento, il triste epilogo della vita di una delle piazze più antiche di Palermo. Adesso tocca all'amministrazione trovare soluzioni

  • 16 giugno 2015

Poteva essere un vantaggio, un’attrazione turistica, un’occasione per mostrare il folclore della notte, invece è un disastro. Se mai fosse esistito un momento d’oro per la movida notturna della Vucciria, oggi è ufficialmente arrivato al suo epilogo nel modo più triste, più vergognoso per una città che non ha colpa. Non serviva un’altra aggressione per accorgersi che il quartiere storico sta raggiungendo vertici di delinquenza ingestibili.

Palermo è la vera vittima. Offesa, violentata, abbandonata. Una città che di bellezze ne possiede tante, tra piazze, chiese, giardini anche se non curati, quartieri storici anche se abbandonati: che colpa ne ha una città lasciata affondare e abbandonata non a se stessa, ma a quella parte dei cittadini che alla bellezza non ha mai creduto?

Non serviva un’altra aggressione per rendersi conto dello stato di delinquenza, dell’abusivismo, della mancanza di controlli, ma se tutto il male non viene per nuocere la disavventura avvenuta di recente dell'attore e regista Paolo Mannina, picchiato e barricato in casa, può e deve rappresentare qualcosa.

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Diventi chiaro che i controlli sporadici, le fugaci apparizioni della polizia, gli appostamenti a debita distanza, non bastano più: lo Stato deve qualcosa ai cittadini, l’amministrazione comunale deve qualcosa a quella parte rassegnata della cittadinanza che ormai vede nella fuga da Palermo la soluzione più plausibile.

Cosa resta dell’orgoglio di una città se l’unica soluzione per un locale come la Taverna Azzurra che, dopo anni di successo, sceglie per salvaguardare la propria identità di chiudere nelle ore notturne, di cambiare orari di lavoro per sfuggire a quello che è diventato solo un luogo proprietà della malavita?

Si era accesa una speranza, tempo fa, quando si era diffusa la notizia dei lavori di riqualificazione del quartiere in decadenza, di veder rinascere il mercato della Vucciria ormai rassegnato al fascino controverso della movida notturna. I palermitani, quel lato oscuro della luna, sono riusciti a perdere anche questo. È la cronaca di un vero e proprio fallimento, il triste epilogo della vita di una delle piazze più antiche di Palermo.

Come scrive nel suo profilo Facebook Paolo Mannina, non basta mettere aiuole, recinti e isole pedonali, se Palermo non è pronta ad abbracciare l’idea che la sopravvivenza di una città dipende proprio da chi ne fa parte, se l’amministrazione comunale non si rende conto che è necessario un lavoro di ricerca per trovare soluzioni reali, non isolate ma persistenti.

Bisognerebbe coinvolgere la parte cosciente della città, quella nauseata all’idea che il simbolo di Palermo raffigurato nel grembiule in vendita nei negozi di souvenir sia il padrino, come se la mafia fosse un tratto distintivo di Palermo e non un cancro da estirpare una volta per tutte.

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