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Fabrizio Falco, dal cinema all'audiolibro pirandelliano

Dal premio alla Mostra del Cinema di Venezia all'audiolibro: un nuovo progetto per Fabrizio Falco, in libreria il 17 luglio con “Pensaci, Giacomino! e altre novelle”

  • 15 luglio 2013

Lo abbiamo lasciato lo scorso settembre a Venezia con il premio Marcello Mastroianni in mano e lo ritroviamo oggi con un audiolibro: Fabrizio Falco, attore siciliano che ha esordito sul grande schermo con "È stato il figlio" di Daniele Ciprì, sbarca in libreria mercoledì 17 luglio con l'audiolibro "Pensaci Giacomino! e altre novelle!". Gli abbiamo chiesto cosa ha fatto negli ultimi mesi, come è nato questo progetto e cosa c'è nel suo futuro.

Cosa è successo al giovane attore siciliano Fabrizio Falco in questi mesi?
Subito dopo il film “È stato il figlio” con Daniele Ciprì ho lavorato in teatro con Luca Ronconi per portare in scena "Sei personaggi in cerca d’autore". Ho iniziato così un laboratorio che mi ha insegnato a guardare Pirandello in maniera diversa, più coerente con la scrittura originale e non più legato alla messa in scena tradizionale. Da questa esperienza e dal desiderio di entrare più concretamente dentro l’opera di questo autore è nata l’idea di registrare un audiolibro.

“Pensaci, Giacomino! e altre novelle”: cosa troveremo dentro questo audiolibro?
Ho scelto 12 novelle di Pirandello. All’inizio ho certamente privilegiato l’aspetto formale, ovvero i testi che mi offrivano più voci, più personaggi da interpretare. Poi mi sono focalizzato sulle novelle che sono diventate opere teatrali, come "La morte addosso", "Pensaci, Giacomino!" e "Richiamo all’obbligo".

L’audiolibro, già molto in voga nel Nord Europa, lo è meno in Italia, dove pure l’ebook stenta a decollare rispetto al libro cartaceo. Perché questa scelta?
L’audiolibro è un piacere diverso, anche per il lettore affezionato al libro di carta. Al giorno d’oggi, poi, in una società dominata dall’immagine, dove tendiamo a distrarci senza un supporto visivo, credo che educare all’ascolto sia diventato fondamentale. È solo una questione di abitudine. Abitudine che, una volta entrati dentro le emozioni di una voce che ti racconta una storia, non si abbandona più.

Qual è il prossimo progetto?
Ho ideato uno spettacolo teatrale, dal titolo "Partitura P", a partire da 3 novelle in particolare. Per il progetto ho scelto "L’uomo dal fiore in bocca", "Una giornata" e "Il treno ha fischiato". Nello spettacolo che ho allestito, però, la scena non si interrompe, ed è solo il variare della recitazione che segna lo stacco tra le novelle. Ho scelto un approccio musicale, passando da un tempo sostenuto a un momento di sospensione totale, per arrivare a un finale frenetico, divertente, che si chiude con un anelito di speranza. Un tentativo di restituire a ognuno dei tre racconti il proprio tempo e il proprio respiro.

La collaborazione con Ciprì continua?
È difficile trovare persone con cui condivi un orizzonte umano e artistico. Così quando accade non vuoi perderle di vista, anzi cerchi di costruire con loro una rete di collaborazione. Dopo aver ideato lo spettacolo ho pensato a un corto, che ho realizzato grazie all’aiuto del regista Nicola Ragone, e Daniele Ciprì si è offerto di curare la fotografia.

Fabrizio Falco e Pirandello: autore e interprete entrambi siciliani. Un caso?
Ovviamente no. Mi sono interrogato spesso su quale fosse la mia tradizione teatrale. Pirandello, anche se non scrive in vernacolo, è uno dei padri del teatro siciliano, è siciliano persino nella prosodia della frase. Per me, come attore e come siciliano, era una conoscenza imprescindibile.

E il cinema?
Il cinema ti dà un’autorevolezza e una visibilità maggiore, che volendo possono essere messi al servizio di progetti più ampi. Il cinema, in fondo, alimenta la riflessione sulla recitazione teatrale, che comunque resta sempre il mio primo amore.
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