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"Family Day": a Palermo si cerca il senso della famiglia

La famiglia naturale è "L'unica riconosciuta prima da Dio e poi dalle istituzioni": queste le parole del consigliere comunale Angelo Figuccia, a cui risponde l'Arci Articolo Tre

Balarm
La redazione
  • 8 settembre 2014

Ogni giorno siamo sottoposti ad un continuo bombardamento di informazioni riguardanti le battaglie dei politici, portate avanti con stoica determinazione. In ambito siciliano, e stringendo ancor più il cerchio, palermitano, se ne sono viste di tutti i colori. L'ultima in ordine di tempo è quella di Angelo Figuccia, che ha portato avanti, riuscendo nel suo scopo, la battaglia per l'istituzione del "Family Day".

La posizione del consigliere comunale di Forza Italia è ben delineata da almeno un anno: la sua era una delle voci più indignate rispetto al Pride Nazionale, ed è stato uno dei più determinati sostenitori della famiglia naturale, opponendosi strenuamente all'associazione della parola famiglia a coppie di fatto e coppie omosessuali.

Fino ai primi di luglio la posizione del consigliere Angelo Figuccia era per lo più personale. Quello che ha reso un po' perplesso chi ha seguito la vicenda è stata, invece, la mozione presentata al Consiglio comunale per l'istituzione del "Family Day - Festa della Famiglia Naturale".

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Si resta ulteriormente perplessi quando viene reso noto che la mozione del “Family Day” è stata approvata. Non per la festa in sé, ben inteso. Ma per l'affermazione chiara e concisa del fatto che si tratti della festa della «famiglia naturale, l’unica riconosciuta prima da Dio e poi dalle istituzioni. È la giusta risposta a coloro che lo scorso anno hanno voluto il registro sulle coppie di fatto, che sono soltanto dei surrogati».

Parole del consigliere comunale di Forza Italia in persona, che prosegue ringraziando i colleghi che lo hanno aiutato ad «affermare un principio che resta imprescindibile: l’unica vera famiglia riconosciuta è quella naturale, formata da un uomo e da una donna, come d’altronde sancisce l’articolo 29 della Costituzione Italiana: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”. Tutte le altre sono soltanto dei surrogati».

«Il sì che è arrivato - continua Figuccia - rappresenta la vittoria di chi, lo scorso anno, ha dovuto subire l’istituzione del registro delle coppie di fatto: in un anno, dal luglio 2013 ad oggi, soltanto 42 coppie si sono registrate, ciò significa che è uno strumento quasi del tutto inutile, di cui i palermitani non sentivano alcun bisogno».

Posizione, naturalmente, per nulla condivisa dall'Associazione Omosessuale ARCI Articolo Tre "Salvatore Rizzuto Adelfio", che ha ufficialmente chiesto al Consiglio comunale di Palermo di revocare la mozione Figuccia per l'istituzione della "Festa della famiglia naturale".

Il testo, difatti, dichiara la volontà politica di discriminare tutte le relazioni affettive e tutti i nuclei familiari su di esse fondate, che non siano basati sul matrimonio tra uomo e donna. Al contrario, per Articolo Tre, con la sua mozione il Consiglio comunale avrebbe dovuto promuovere l'istituzione di una festa per tutte le tipologie di famiglie.

Difatti, promuovendo il rispetto per qualsiasi forma d'amore, la parola famiglia non può essere una parola esclusiva, ma deve anzi essere propria di molteplici realtà che ogni giorno si alimentano di gioie, dolori e speranze, regalandosi rispetto e reciproca comprensione: per questo Arci Articolo Tre ha avviato una petizione per fermare "la mozione che discrimina".

Il "Family Day" potrebbe, di base, essere un'idea non del tutto malvagia. Sono i connotati politici e di esclusività che la distinguono e la rendono un fenomeno che difficilmente può essere inquadrato nel buono di Palermo.

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