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Furs, il fondo unico per sostenere lo spettacolo in Sicilia

L'assessore Cleo Li Calzi propone la costituzione del Fondo Unico Regionale per lo Spettacolo, come unico strumento di finanziamento dello spettacolo siciliano

  • 20 aprile 2015

Lo spettacolo dal vivo, inteso nella sua natura multiforme (teatrale, cinematografica, musicale), è una di quelle realtà da difendere, uno di quei patrimoni culturali che arricchisce non solo il singolo ma anche la società o il luogo dove, a volte, a stento riesce a sopravvivere.

In particolare il settore pubblico dello spettacolo dal vivo siciliano (teatri stabili, enti lirici, orchestra sinfonica e fondazioni) assorbe il 97% delle risorse complessive, e necessita di regole che ne strutturino il funzionamento per ridurne gli sprechi.

Per questo l’assessore regionale al Turismo Cleo Li Calzi propone la costituzione del Fondo Unico Regionale per lo Spettacolo (FURS), una riforma del sistema di contribuzione pubblica rivolta al settore dello spettacolo e delle arti dal vivo

Un'iniziativa questa che ha subito trovato l'appoggio dagli Stati generali dello spettacolo (rete latitudini, teatri e compagnie finanziate dal fondo nazionale FUS, Circuito musicale siciliano, FederTeatri Sicilia) e degli onorevoli Baldo Guicciardi, Antonello Cracolici, Alice Anselmo, Fabrizio Ferrandelli, Marika Cirone e Gianina Ciancio.

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Già anni fa era nato il FUS, il Fondo Unico per lo Spettacolo con cui il governo italiano finanzia enti, istituzioni, associazioni, organismi e imprese che lavorano nel cinema, musica, teatro, danza e spettacoli viaggianti. Adesso l’attenzione è riposta per una soluzione più "localizzata".

La Regione siciliana è spesso stata accusata di non aver investito sulla cultura e in particolare per quanto riguarda il settore dello spettacolo dal vivo, parlando addirittura di morte culturale vista la mancanza di progetti per sostenerla e i tagli alle spese pubbliche.

Mettendo da parte queste riflessioni apocalittiche, si ripone speranza in questa nuova proposta normativa che consentirà di superare l’attuale disparità che sussiste tra pubblico e privato, premiando l’offerta cultura pluralista e proponendo valide strategie per la sua difesa.

Tutto ciò sarà possibile, ci si augura, grazie al FURS a cui sarà riconosciuto, alla stregua del progetto originario FUS, un ruolo di salvaguardia e tutela nei confronti di tutti ciò che va sotto il nome di "cultura".

La speranza è che il progetto sia accolto favorevolmente nelle sedi competenti della Regione, potendo così conquistare il sostegno utile allo sviluppo del FURS affinché diventi il solo strumento di finanziamento e quindi il fondo unico per lo spettacolo dal vivo.

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