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Giovanni Impastato replica in memoria delle vittime

La lettera di Giovanni Impastato, in risposta al menu di un ristorante viennese, con sandwich dedicati ad eroi antimafia "cotti dalle bombe come polli al forno"

  • 11 giugno 2013

Riceviamo e pubblichiamo:
Carissimi amici compagni e compagne,
come vedete bisogna indignarsi e lottare per ottenere qualche risultato. Non avete idea di quanto mi pesi questa vicenda, purtroppo le ferite che dovrebbero rimarginarsi si allargano sempre di più, i brutti ricordi non ti lasciano nonostante siano passati 35 anni, sicuramente per colpa di due "geni" italiani (Marco e Julia Marchetta) che in terra d'Austria non distinguono il confine fra l'ironia e la decenza.
Arrivare a questo punto, per pubblicità e soldi, significa non avere rispetto per l'uomo e per la sua dignità. Non si possono superare certi limiti calpestando ogni forma di pietà cristiana e non tenendo conto che si tratta di persone morte per una giusta causa. Ancora oggi mi tocca subire queste umiliazioni e offese.
Purtroppo i "geni" non sono soltanto in Austria, anche in terra siciliana non mancano. Ricordo quando l'anno scorso un'emittente televisiva locale, "Antimafiosa", mi attaccava insultandomi perché nella mia storica Pizzeria, che molti conoscono come punto di riferimento per l'impegno antimafia e per l'organizzazione d'iniziative di grande spessore culturale che hanno visto la presenza di ospiti come Piero Grasso, Roberto Saviano, Don Luigi Ciotti, Francesco Forgione, Antonio Ingroia, Franca Imbergamo, Francesco La Licata, Enzo Ciconte, Umberto Santino e tanti,tantissimi altri.
Questi, hanno coniato addirittura le frasi: "L'Antimafia a Quattro Gusti", "potete gustare un Peppino ai Quattro Formaggi", o un "Peppino alla Marinara", offendendo i nostri clienti con affermazioni come, "l'utero o il dilettevole", senza rispetto per un grande lavoro di denuncia in quel territorio molto esposto e per l'attentato incendiario subito qualche mese prima proprio per aver portato avanti queste iniziative d'impegno assieme alla mia famiglia. Come vedete, se ai cafoni d'Oltre Alpe aggiungiamo i cafoni Siculi di casa nostra, e di un certo tipo di antimafia, non arriveremo mai ad una conclusione.
Penso sia importante non permettere a nessuno di mancare di rispetto alle nostre vittime, noi lo stiamo facendo come famiglia Impastato e come Centro Impastato. Continueremo a farlo sino a quando ne avremo le forze, dalla biblioteca di Ponteranica a Cinisi, dal Casolare dove è stato ucciso Peppino, a "Casa Memoria", dove accogliamo decine di miglia di persone che ogni anno ci danno grandi riconoscimenti per il patrimonio culturale che rappresentiamo. il nostro impegno è fatto di tanti progetti nelle scuole del territorio, del lavoro di analisi, di studio e di ricerca con il Centro Impastato e con la nostra presenza in tutta Europa ed oltre.
Per concludere voglio ringraziare Rete 100 passi per l'impegno mostrato nell'affrontare il problema e nel portare avanti la petizione che ha coinvolto il Ministro degli Esteri Emma Bonino unitamente all'appello nostro e della signora Falcone. E' stata veramente tempestiva nell'intervenire su questa vicenda dolorosa per tutti. Grazie a tutti coloro che mi sono stati vicini. Penso che la battaglia non sia ancora conclusa. Bisogna vigilare e pretendere rispetto per il nostro impegno.
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