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Il riscatto degli atenei siciliani: più impegno, più fondi

Dopo la classifica del Sole 24 Ore, gli atenei siciliani sembrano decisi a impegnarsi per il riscatto: il ministero ha premiato i progressi con un incremento dei fondi

Balarm
La redazione
  • 4 gennaio 2017

È noto a tutti che le università siciliane siano alla costante ricerca di un miglioramento. Miglioramento che, seppur in piccola parte, sembra essere stato raggiunto, al punto che il Fondo di Finanziamento Ordinario del 2016 per gli Atenei Pubblici ha riservato ai tre atenei siciliani dei consistenti incrementi nelle quote di finanziamento.

Un vero e proprio "incoraggiamento" volto a favorire nuovi e ulteriori cambiamenti in positivo, e che in cifre è reso da ben 7,3 milioni di euro in più per Messina, 3,3 milioni per Palermo e 2,3 milioni per Catania.

Questi incrementi sono dovuti ad una serie di miglioramenti riguardanti dei criteri piuttosto rigidi: qualità della ricerca, politiche di reclutamento, qualità della didattica in termini di mobilità internazionale degli studenti e quota di studenti in regola con gli studi.

I finanziamenti vengono suddivisi per tutti i 57 atenei pubblici italiani, e i tre atenei siciliani si sono classificati, nel ranking nazionale, all'undicesimo (Palermo) al sedicesimo (Catania) e al ventiduesimo posto (Messina).

Un passo avanti, considerando che la classifica del Sole 24 Ore del 2016 ha "condannato" gli atenei siciliani, sottolineandone l'attrattività praticamente inesistente, la poca ricerca e la troppa dispersione, collocando Messina al quarantesimo posto, Palermo al cinquantacinquesimo e Catania al cinquantaseiesimo.

Alla luce di questi dati poco incoraggianti, il 2017 deve necessariamente essere l'anno del riscatto. Così, i nuovi fondi in arrivo dal ministero sembrano essere una speranza concreta per avviare un miglioramento sensibile.

Così, per una volta, i risultati ottenuti dagli atenei siciliani sono positivi. E chissà che questo incoraggiamento non porti, nel 2017, ad una scalata della classifica.
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