Infopoint: quel turismo fai da te che costa caro alla città

Palermo, una delle città preferite come mete turistiche allettanti, ha bisogno di progetti che incrementino i versanti del turismo nazionale e straniero.

Il Comune, con le approvazioni della Soprintendenza ai Beni Culturali e Architettonici, ha cercato nel tempo di migliorare i servizi per il turismo e qualcosa sembrava essersi mossa. Purtroppo, "non è tutto oro quello che luccica".

Arriva da Luisa La Colla, consigliere comunale del Partito Democratico, una denuncia relativa al costo delle tre postazioni per le informazioni turistiche recentemente dislocate nella piazza di Mondello, all'ingresso del porto e in via Cavour.

A quanto pare, i tre uffici sarebbero costati alle casse del Comune circa 130 mila euro anziché, com'era stato stabilito con l’azienda installatrice, 20 mila euro.

Il servizio era volto a offrire a turisti e visitatori ulteriori informazioni sulla città di Palermo, guidandoli all'occorrenza e indirizzandoli in base alle necessità e ai gusti. Qualcosa però è andata storta.

Essendo messi in ballo soldi pubblici, proprio da Luisa La Colla arriva la proposta di un'interrogazione affinché i cittadini vengano messi al corrente di quali siano state le cause del notevole aumento del prezzo dell'installazione degli infopoint.

Un'iniziativa che aveva, in sé e per sé, un obiettivo sano: la rivalutazione del territorio palermitano, attraverso una migliore accoglienza nei confronti dei turisti, le cui visite aiutano a rilanciare la vocazione turistica della città, soprattutto alla luce del riconoscimento, da parte dell'Unesco, del percorso arabo normanno come patrimonio dell'umanità.

Iniziativa che adesso, per le solite incresciose questioni amministrative, rischia di fallire.