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La "rivoluzione in onda" di Mauro Rostagno in un film

Alberto Castiglione ha curato la regia de "La rivoluzione in onda", il documentario sulla vita e sul lavoro di Mauro Rostagno, il giornalista ucciso da Cosa Nostra nel 1988

  • 6 ottobre 2016

«Noi non vogliamo trovare un posto in questa società, ma creare una società in cui valga la pena trovare un posto». Mauro Rostagno ci credeva davvero nella possibilità di creare una società più giusta.

Con l'intento di ricordare la storia del sociologo, giornalista e attivista italiano, Alberto Castiglione ha curato la regia de "La rivoluzione in onda", il documentario sulla vita e sul lavoro del giornalista ucciso da Cosa Nostra, presentato di recente al pubblico all'Albergo delle Povere.

Mauro Rostagno parlava il linguaggio del popolo e proprio alla gente comune era rivolta la sua parola. Originario di Torino, Rostagno ha lasciato la sua città nel 1960 e si è trasferito in Sicilia a metà degli anni Ottanta.

A Trapani, ha fondato Radio Tele Cine (RTC), un telegiornale con l'obiettivo di denunciare il malaffare politico attraverso l'utilizzo di un linguaggio diretto ed esplicito. Morì per mano mafiosa in un agguato, nella notte del 26 settembre 1988, a soli 46 anni.
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"La rivoluzione in onda" è l'emblema di due diversi viaggi, la cronaca del viaggio di Mauro Rostagno nella città di Trapani, resa possibile grazie ai filmati recuperati, e quella del regista Alberto Castiglione, che ha raccolto testimonianze e messaggi.

Il risultato è la cronaca di due viaggi, quello di Mauro nel cuore della città di Trapani raccontato dai filmati recuperati, e quello di Alberto, che raccoglie testimonianze su questa vita straordinaria.

Il film, attualmente senza alcuna distribuzione, è un valido strumento che può essere utilizzato nelle scuole, per far conoscere ai ragazzi la vita e la storia di un uomo troppo spesso dimenticato.

Intanto, il presidente dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Riccardo Arena, ha proposto di recuperare la redazione di Rtc di contrada Nubia, a Trapani, per farne un luogo della memoria per giornalisti e siciliani.

«Sarebbe un modo – dichiara Arena - per dare un segno concreto della presenza del lavoro di Rostagno, per non far disperdere la memoria del sacrificio di uno degli otto giornalisti assassinati dalla mafia in Sicilia».
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