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Lampedusa: nasce il museo della fiducia e del dialogo

Nell'isola dell'accoglienza sarà inaugurata il 3 giugno, alla presenza del presidente Mattarella, la mostra dedicata al Mediterraneo e ai principi della fiducia e del dialogo

  • 27 maggio 2016

Nel momento in cui il Canale di Sicilia apre la sua triste stagione dei migranti e in Europa si alzano muri e barriere, a Lampedusa si prova a ripartire dalla storia comune di tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

Il 3 giugno, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e del Ministro della Cultura Dario Franceschini, sarà inaugurata la mostra Verso il Museo della Fiducia e del Dialogo per il Mediterraneo, iniziativa nata dal progetto di First Social Life con il Comune di Lampedusa e Linosa ed il Comitato 3 ottobre.

In questa occasione aprirà le porte anche il Museo Archeologico delle Pelagie, nato dall'impegno della Regione Siciliana e della Soprintendenza ai Beni Culturali e Archeologici della Provincia di Agrigento guidata da Caterina Greco.

Tante le istituzioni che prestano le proprie opere alla mostra: dalla Galleria degli Uffizi di Firenze col dipinto "Eros dormiente" di Caravaggio - che non può non riaccendere in noi il ricordo di Aylan, il piccolo di 3 anni il cui cadavere sulla spiaggia di Bodrum ha impressionato il mondo intero - ai reperti del Museo del Bardo di Tunisi - drammaticamente celebre per l'attacco terroristico del 2015 - dal Mucem di Marsiglia ai musei palermitani Salinas - presente con la "Testa di Ade" - e Abatellis fino al Museo Correr di Venezia.

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Alle preziose opere di indubbio valore artistico si affiancheranno testimonianze dirette dal valore umano inestimabile, come i disegni di Adal, un ragazzino che ha narrato le torture subite in Eritrea: questi fogli oggi costituiscono una prova acquisita dalle Nazioni Unite contro la dittatura africana.

Ogni opera esposta testimonierà la centralità dell'isola di Lampedusa nella storia dei popoli del Mediterraneo, una piccola striscia di terra che ha rappresentato nei secoli un approdo sicuro per marinai, pirati, viaggiatori ed oggi per quelle persone che scappano dal proprio Paese in cerca di libertà e di diritti.

Un modo per riaffermare quei principi che stanno alla base della civilità europea contemporanea, che trovano molto spazio nei discorsi politici e poca attuazione nelle decisioni di ogni giorno.

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