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Ludopatia: la malattia del gioco affonda anche la Sicilia

È allarme gioco d'azzardo in Sicilia, accentuato dalla crisi: solo a Palermo oltre 600 persone si sono rivolte ad un centro specializzato per combattere la ludopatia

Balarm
La redazione
  • 5 ottobre 2014

Un'ossessione crescente, una necessità continua. Il gioco d'azzardo è una tragedia contemporanea che vede aumentare il numero di persone che ne diventano patologicamente dipendenti. Slot machine, lotterie online, scommesse: la speranza di conquistare la vincita definitiva è uno specchietto per le allodole che in tempo di crisi spinge verso l'abisso e solo a Palermo sono oltre 600 le persone aiutate dal Cediss, centro specializzato all’interno del dipartimento delle Dipendenze dell’Asp di Palermo.

Le modalità sono sempre le stesse: si inizia con pochi spiccioli per giocare somme sempre più importanti, che vengono sottratte ad altre priorità quali l'alimentazione o le spese per la casa. A questo punto si tratta di ludopatia, e non si può parlare di mero fenomeno sociale ma di vera e propria malattia.

Durante il convegno “Ludopatia. Malattia sociale in crescita”, organizzato dalla Fondazione antiusura "Santissimi Mamiliano e Rosalia", in collaborazione con la Caritas di Palermo, è emerso che all’ambulatorio dell’Asp di Palermo arrivano circa 30 richieste di aiuto a settimana, sebbene non tutti quelli che vi si rivolgono decidano di seguire tutto il percorso terapeutico.

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Si è stimato, inoltre, che il 12% dei consumi medi delle famiglie italiane sia destinato al gioco e si è evidenziato che il problema colpisce anche i minori. In Italia un minore su cinque gioca d'azzardo e secondo la Società italiana Medici Pediatri sono dediti al gioco circa 800.000 fra bambini e adolescenti dai 10 ai 17 anni.

In dieci anni di attività, la Fondazione antiusura "Santissimi Massimiliano e Rosalia" ha appurato che che molti casi di indebitamento sono legati proprio al gioco d’azzardo. La notizia più sconcertante è riguarda le soluzioni: mancano infatti azioni significative per arginare il problema.

«Il primo aspetto su cui puntare per affrontare il tema è quello sicuramente dell’informazione e della formazione della società civile in tutti gli ambienti» ha osservato il presidente della caritas don Sergio Mattaliano. Rimane solo da sperare che tali consigli vengano presi in considerazione, per evitare che un fenomeno in così forte ascesa peggiori la già delicata situazione di crisi non solo regionale, ma nazionale.

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