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Movida palermitana: le multe le pagano anche i clienti

Nuova restrizioni del Comune di Palermo per regolare la movida. Rischiano, oltre ai gestori, anche gli avventori che possono pagare dai 25 ai 500 euro di multa

  • 4 marzo 2015

Ordinanza n. 59/05 del 27/02/2015. Apparentemente dei numeri e una data inoffensivi, che passerebbero quasi inosservati se non appartenessero ad un provvedimento relativo alla movida, che a distanza di meno di un anno dalle ultime norme scatena forti reazioni.

Apparentemente non è cambiato molto: l'ordinanza (visualizza qui il pdf), come la precedente, vuole tutelare la serena convivenza tra attività commerciali e residenti, ribadisce alcuni dei punti cardine dello scorso regolamento.

Rimane infatti l'obbligo di rendere noti gli orari di apertura e chiusura, di assicurare la massima pulizia sia all'interno che all'esterno, di esporre la cartellonistica riguardante la convivenza civile e le emissioni sonore e di non collocare all'esterno erogatori di bevande alla spina (a meno che non siano autorizzati).

Si ribadisce l'obbligo di rendere inutilizzabile l'arredamento esterno dopo l'orario di chiusura, e non è assolutamente nuovo il divieto riguardante gli alcolici: la vendita per asporto (o mediante distributore automatico) vietata da mezzanotte sino alle 7 del mattino del giorno successivo non è certo una novità, e rimane inteso che i cocktail potranno essere consumati all'interno dei locali o negli spazi di loro pertinenza.

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Nuove invece sono le multe che adesso possono essere inflitte anche agli avventori: chi consuma bevande in bottiglie e bicchieri di vetro all'esterno dai locali rischia di pagare dai 25 ai 500 euro. Resta uguale il divieto della pubblicizzazione di offerte speciali da mezzanotte alle 7 del mattino e i gestori avranno sempre il compito di vigilare mediante le necessarie misure di controllo e con avvisi informativi affinché non si venga meno alle disposizioni stabilite.

E la musica? Forse questo è il punto più doloroso: se rimane uguale la regola che prevede la diffusione esterna dal giovedì alla domenica a partire da mezzanotte (mentre il venerdì, il sabato, i festivi e i prefestivi sarà a partire dall'una), non ci sono più limiti di decibel ma l'amplificazione all'esterno è vietata in qualsiasi caso, cosa che ha agitato non pochi gestori e non pochi musicisti.

Infine, tutti coloro che usufruiscono degli spazi pubblici dovranno evitare comportamenti sconvenienti e incivili quali l'abbandono di rifiuti, gli schiamazzi, le grida, gli imbrattamenti degli spazi pubblici anche con "rifiuti corporali".

Nonostante il dissenso scatenatosi, ci si chiede quanto effettivamente ci sia di sbagliato. Basta guardare ai locali europei: fatta eccezione per le discoteche, legittimate a rimanere aperte fino al mattino, pub e luoghi d'intrattenimento chiudono intorno a mezzanotte, la musica alta rimane all'interno per tutelare la quiete pubblica ed è illegale camminare con alcolici in vetro o in lattina.

Sebbene una maggiore elasticità non possa nuocere a nessuno, i provvedimenti servono a prevenire atti di violenza, esibizioni musicali che disturbano il sonno di chi abita nei palazzi che circondano i locali (e che lascerebbero con l'amaro in bocca tanto chi si esibisce quanto chi vorrebbe riposare) e a mantenere quel decoro che ultimamente sembra essere scomparso tra abusi ed inciviltà.

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