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Nasce un nuovo sito web antiracket: LiberoFuturo.net

Nasce il sito LiberoFuturo.net, grazie alle associazioni antiracket siciliane. Una nuova opportunità per gli imprenditori che vogliono denunciare i propri estorsori

Balarm
La redazione
  • 30 gennaio 2014

Le principali associazioni antiracket quali Libera, il comitato Addiopizzo, Professionisti Liberi e la Fai, Federazione Associazioni Antiracket Italiane hanno realizzato il nuovo sito web LiberoFuturo.net, dell'associazione nata nel 2007 in onore di Libero Grassi. La presentazione è avvenuta alla presenza di Confindustria Palermo, Alessandro Albanese, il questore Maria Rosaria Maiorino, il presidente di Libero Futuro, Enrico Colajanni, il legale di Addiopizzo, Salvatore Caradonna, e alcuni imprenditori che hanno avuto il coraggio di denunciare i propri estorsori, come Gregory Bongiorno, Giuseppe Todaro ed Elena Ferraro.

È stata anche l’occasione per promuovere ancora una volta un consumo critico e consapevole, come sottolineato dal questore Maiorino che ha invitato i cittadini palermitani a interrogarsi sempre in modo responsabile su quello che acquistano, privilegiando i prodotti degli imprenditori che hanno denunciato. Per Colajanni questo sito è un modo per fare quadrato attorno agli imprenditori. «Posso dire - sottolinea Colajanni - che lo Stato è presente e ci sta vicino ma c'è ancora molto da fare e purtroppo riscontriamo ancora oggi strati di arretratezza e pregiudizio. L’anno scorso – conclude – abbiamo accompagnato come parte civile ai processi più di 30 imprenditori».

L’incontro è servito anche per ascoltare la testimonianza di chi si è ribellato al pizzo, come Elena Ferraro, rappresentante legale di una clinica privata, un centro polidiagnostico di Castelvetrano (Tp): «Ho subito una richiesta di estorsione da Mario Messina Denaro, cugino del boss latitante (arrestato a dicembre, ndr) - ha raccontato -. Mi ricordo che si presentò in clinica senza neanche dire il suo nome, Mario, ma soltanto con il suo imponente cognome. Tentò di impormi una convenzione con una clinica di Gela tramite la quale avrei dovuto firmare sovrafatturazioni e con i soldi in più lui avrebbe voluto mantenere le famiglie dei detenuti.

La mia reazione fu rabbiosa - ha spiegato ancora Ferraro -, mi opposi subito chiedendogli per conto di chi facesse quelle richieste. "Qua il capo sono io", mi rispose in siciliano stretto. Ma io non mi sono arresa e denunciare per me è stato un fatto ovvio e naturale. Lì per lì non ho avuto paura, poi ho realizzato quello che avevo fatto e l’ho provata, ma non sono mai stata minacciata, anche se lui si è fatto vivo altre volte per insistere con il suo piano. Per me è importante aver denunciato, sono cresciuta con i valori della legalità e dell’onestà. Anche il governatore Crocetta e l’assessore Borsellino mi hanno ricevuto a Palazzo d’Orleans per sentire la mia storia».

Per Gregory Bongiorno, presidente di Confindustria Trapani, è fondamentale che dopo la denuncia ci sia il sostegno di queste associazioni e dello Stato. Denunciare - ha spiegato Trapani - non ti fa dormire la notte, hai tanti pensieri e scopri anche falsi amici. La solidarietà aiuta l’imprenditore a non sentirsi solo».

L’avvocato Salvatore Caradonna ha fatto il punto sulle costituzioni di parte civile nei processi: «Oggi come oggi si assiste a un proliferare di associazioni fasulle che non producono nulla sul territorio e si costituiscono parte civile solo per dare stipendi agli avvocati. Per questo noi associazioni abbiamo deciso di non costituirci più parte civile se non nei processi nei quali siamo presenti con una denuncia e nei quali ci siano fatti concreti. Riscontriamo però - conclude Trapani - un dato positivo: le denunce degli imprenditori sono in aumento».

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