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"Neurogoggles": da Palermo gli occhiali per il cervello

Dal team di scienziati della startup Neuroteam di Palermo nascono i "Neurogoggles": occhiali che, tramite una realtà distorta, potenziano le funzionalità del cervello

  • 27 aprile 2016

Il cervello, quella macchina meravigliosa creatrice e mediatrice di emozioni, azioni e scelte, è un universo da sempre oggetto di studio e continuo approfondimento, al centro di dottrine, filoni di pensiero e discipline come la psicologia, la neuroscienza, la neurobiologia e molte altre.

Proprio quando la scienza si fonde alla tecnologia nascono progetti innovativi come quello ideato da Neuroteam, una startup nata come spin-off dell'Università degli studi di Palermo che sviluppa dispositivi indossabili: si chiamano i "Neurogoggles" e sono degli occhiali che potenziano le funzionalità sopite del cervello.

Non è fantascienza, ma un prodotto reale frutto di un percorso di quindici anni, di ricerche e sperimentazioni portate avanti da un team di neurologi, psicologi clinici, psicoterapeuti e neurofisiologi, impegnati nella cura di patologie neuro-degenerative.

Nati per incrementare le attività cognitive di chi ha subìto traumi, chi convive con alzheimer, disturbi dell'apprendimento o demenza senile, gli occhiali prismatici ideati dal neuroscienziato Massimiliano Oliveri sono destinati anche a chi vuole ottenere del proprio cervello prestazioni più elevate, dall'attenzione alla memoria.

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È noto, anche per i profani, che ad essere utilizzato è solo il 20% del cervello, così i neurogoggles accrescono quella percentuale mostrando una realtà distorta: la tecnologia delle lenti si basa proprio sulla creazione di distorsioni visive in grado di attivare specifiche aree del cervello.

Una volta indossati gli occhiali, gli oggetti sembreranno spostati di un certo numero di gradi a destra o a sinistra, in alto o in basso. Il soggetto cercando di raggiungere l'oggetto rimodulerà l'attenzione e l'azione per riuscire a toccarlo e, dopo un certo numero di tentativi, il cervello correggerà il movimento dell'arto. Ricevuto l'input, il cervello si attiva e risponde finché non trova la soluzione al problema.

Con un esercizio continuo il cervello sarà portato a correggere ogni errore e ad ottenere il potenziamento di quella zona specifica. Come spiega Oliveri, medico specialista in neurologia e professore di neurofisiologia all'Università di Palermo, basta una sessione di venti minuti per ottenere un risultato concreto e un miglioramento immediato; una sessione prolungata avrà naturalmente effetti positivi nel tempo.

Una tecnologia indossabile, wearable, nata da menti siciliane che renderebbe così l'attività di riabilitazione più accessibile dal punto di vista economico, visto che i neurogoggles hanno un costo di 50 euro e che la terapia può essere effettuata direttamente a casa.

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