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Ordinanze e dietrofront: quale Palermo metropolitana?

Rischia di essere sospesa l’ordinanza del Comune che autorizzava dal 7 gennaio la ripresa dei lavori e la chiusura al traffico di via Emerico Amari e Piazza Castelnuovo

  • 5 gennaio 2016

Palermo è ormai da mesi alle prese con tentativi di cambiamento e adeguamento a standard più vivibili che garantiscano il benessere dei cittadini. È proprio quando sembra che ci stia per riuscire che le speranze si affievoliscono nuovamente.

Era stata annunciata proprio ieri l’emanazione di un’ordinanza comunale relativa alla riapertura dei cantieri dell’anello ferroviario, che prevedeva la contestuale chiusura al traffico del tratto compreso tra le stazioni Notarbartolo e Giachery con proseguimento fino a piazza Castelnuovo e via Emerico Amari, a partire dal 7 gennaio fino al 31 marzo.

Ordinanza senz’altro scomoda per i cittadini che, nonostante i primi caotici momenti di polemiche, sarebbero stati disposti a prevedere nuove giornate di traffico in città, quasi come fosse un prosieguo del caos durante le feste natalizie.

Dietrofront: una sola parola per spiegare quanto sta accadendo adesso. È la “retromarcia” dell’amministrazione comunale che ha annunciato la quasi certa sospensione dell’ordinanza. Perché tutto questo? Come fare a restare impassibili dinanzi a fallimentari tentativi di trasformazioni repentine?

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Se Palermo si sta svegliando troppo tardi, ciò non è di certo dovuto a una sua colpa. Facile immaginare il motivo per il quale l’ordinanza rischia la sospensione: servono rassicurazioni sullo status dell’impresa appaltante che, di recente, ha visto arresti dei vertici ed è stata quindi guidata da un commissario straordinario.

Bisogna adesso comprendere se l’azienda sia davvero in grado di portare i lavori a conclusione in tempi utili e senza fare di Palermo una città con troppi cantieri inconclusi o bloccati. Per adesso, non resta che attendere l’incontro tra Rete Ferroviaria Italiana (RFI) e il commissario di Tecnis. Il resto verrà da sé.

Burocrazie, infiltrazioni criminali e giochi politici sono alla base di progressi mancati e cambiamenti falliti. Quale futuro possiamo ancora immaginare per la nostra città? È arrivata l’ora di rassegnarsi? Forse no, forse è il caso di non far spegnere le speranze, continuando a immaginare un futuro raggiante per una città raggiante, calorosa e ricca di bellezze.

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