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Palermo Capitale europea della Cultura: sogno infranto

Il ricordo della sua grandezza non è stato sufficiente per garantirle un posto tra le candidate a Capitale europea della Cultura 2019: Palermo esclusa dalla "shortlist"

  • 18 novembre 2013

Da sempre motivo di orgoglio, le parole d'amore e ammirazione di Johann Wolfgang von Goethe per questa nostra terra risuonano, oggi, come eco di un tempo che fu. L'Italia senza la Sicilia non lascia nello spirito immagine alcuna. È in Sicilia che si trova la chiave di tutto ... l'unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra. Chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita - scriveva il poeta tedesco.

Eppure, il ricordo della sua antica grandezza e i progetti proposti nel tentativo di recuperare il suo splendore, non sono stati sufficienti per garantire alla città di Palermo un posto d'onore tra le candidate a Capitale europea della Cultura 2019. Sono, infatti, Cagliari, Lecce, Matera, Perugia-Assisi, Ravenna e Siena le sei realtà italiane prescelte dalla giuria europea presieduta da Steve Green e rimaste in lizza per aggiudicarsi il prestigioso titolo.

Ma, nonostante il sogno di un importante cambiamento per la città appaia ormai infranto, il primo cittadino Leoluca Orlando e l'assessore alla Cultura Francesco Giambrone sembrano non perdersi d'animo: «Così come avevamo annunciato, - affermano - il nostro impegno per realizzare i progetti legati a Palermo 2019 resta invariato anche dopo l'esclusione dalla lista delle città che proseguono il cammino per essere nominate Capitale Europea della Cultura 2019. Questo percorso cominciato tanto tempo fa ha visto la partecipazione attiva di centinaia di cittadini, comitati, associazioni che insieme hanno elaborato un progetto per lo sviluppo di Palermo. Quel percorso continuerà con quei cittadini e con tutti coloro che immaginano e vogliono realizzare una Palermo diversa, migliore e più vivibile».

È innegabile che Palermo e i suoi cittadini avrebbero tratto grandi, grandissimi benefici dall'elezione a capitale culturale d'Europa - investimenti da 323 milioni per il restyling di gran parte della città, 54 milioni da destinare a manifestazioni, concerti e spettacoli; è innegabile che Palermo e i suoi cittadini credessero, o sarebbe il caso di dire sperassero, nell'impegno serio a superare i problemi di una città soffocata dall'immondizia. Non soltanto quella nei sacchetti che fanno, ormai, da stabili installazioni nelle strade in cui il degrado regna indisturbato ma, anche e sopratutto, quella dell'anima.

Citando ancora una volta Goethe, ai suoi occhi Palermo era scrigno del posto più stupendo del mondo. Per definizione, lo scrigno è un contenitore di oggetti preziosi, di un tesoro, insomma! Qualcosa di caro da custodire, tutelare, valorizzare senza abbandonarlo in balia del tempo o di mani indelicate e disinteressate che lo privino della sua essenza. Forse questa è un po' la storia di Palermo; un tesoro, il mio tesoro e chissà di quanti altri ancora, mal protetto e lentamente lasciato ad un amaro destino.

Nei social network c'è chi parla di sogni svaniti, soldi gettati al vento, progetti persi nel vuoto e di disfatta; chi grida all'ingiustizia. C'è chi si sente tradito dalla propria terra che sembra portar via la speranza; chi fa dell'evento solo un nuovo pretesto per offendere e dichiarare le proprie convinzioni politiche. C'è, ancora, chi si sente offeso dalla cecità di chi ci ha giudicati e chi, invece, non sa di preciso cosa sia accaduto. Ma quel che più emerge è la voce di una Palermo consapevole di come un titolo non basti a cambiare lo stato delle cose e di quanto la necessità più grande sia quella di realizzare servizi e promuovere cultura cominciando da noi stessi, estirpando la malerba degli approfittatori e animando i palermitani disillusi e disfattisti.

Prima di diventare capitale d'Europa, riscopriamo il rispetto per la nostra città, per la nostra cultura; pretendiamolo e facciamo di Palermo capitale d'orgoglio per i suoi cittadini.

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