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Pos per le strisce blu: Palermo si dimostra impreparata

Dal primo luglio la legge impone l'obbligo di adeguare i parcometri al pagamento elettronico, ma Apcoa e Amat non sono in regola e i cittadini si preparano ai ricorsi

  • 27 luglio 2016

Il parcheggio a Palermo è un problema, anche quando lo si trova: per effetto della Legge di Stabilità, infatti, Comuni sono obbligati ad adeguare i dispositivi di controllo della durata della sosta sulle strisce blu per consentire il pagamento anche con carte di credito. Peccato che Palermo non sia ancora attrezzata.

Amat e Apcoa, le due società che gestiscono a Palermo il parcheggio a pagamento, a quasi un mese dallo scatto dell'obbligo non hanno ancora effettuato il cambiamento, esponendosi ai possibili ricorsi da parte dei cittadini che in mancanza del dispositivo potrebbero parcheggiare praticamente gratis.

Lo specifica lo Studio Cataldi in un articolo pubblicato lo scorso 12 luglio: «I cittadini alle prese con i parcheggi sulle strisce blu, possono sentirsi legittimati a sostare gratuitamente se il parcometro non è adeguatamente attrezzato per i pagamenti tramite pos. Il tutto senza incorrere in alcuna sanzione per il mancato pagamento della sosta».

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Il Comune di Palermo, quindi rischia di essere sommerso dalle proteste e dai ricorsi di chi, usufruendo gratuitamente del parcheggio, si ritrovasse multato: basterebbe dimostrare di non aver potuto effettuare il pagamento per «oggettiva impossibilità tecnica».

Al momento l'Apcoa afferma di non avere i dispositivi per il pagamento elettronico e di non essere in grado di mettere in pratica l'obbligo di legge, mettendosi al riparo dall'accoglienza di qualsiasi ricorso. Inoltre dichiara di non essere attualmente "in torto" perchè il decreto attuativo della legge, previsto per febbraio, ancora non è stato emanato.

L'Amat, invece, ha disattivato ogni applicazione per il pagamento elettronico dei biglietti e delle strisce blu in quanto i contratti con le ditte fornitrici sono scaduti, e si ripromette di riattivarle non prima della fine dell'anno.

Federconsumatori invita le società a correre presto ai ripari, lanciando un ultimatum: «hanno avuto tempo sufficiente per adeguarsi e adeguare i dispositivi alle nuove tecnologie e funzionalità, adesso devono farlo in tempi brevi e dando una effettiva data di scadenza».

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