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Pure la Santuzza denuncia: il Garraffello muore ancora

Pulizia immediata per il "Si vende" di Uwe Jaentsch, ma la fontana torna a morire dopo ogni weekend tra le incurie e le bottiglie di birra. Insieme all'intera piazza Garraffello

  • 9 giugno 2014

Era già apparsa in piazza Garraffello, la Santa. Con una corona di fiori si era incamminata ed era andata a sistemarsi di fronte alla Banca Nazion, dove l'artista Uwe Jaentsch ha posizionato il suo "Bancomat", e lo ha supportato. Durante la sua prima apparizione ha innalzato diversi cartelli, tra cui uno con scritto "Uwe imbratta anche me".

Ha "protetto" il cuore di Palermo. E poi è tornata indietro. Non stiamo parlando di un miracolo, naturalmente, ma di un "gesto teatrale di protesta" effettuato dall'artista Cristiana D'Apolito, che ha preso posizione tra coloro che quel "Si vende" di Uwe lo hanno strenuamente difeso.

Perché se ne può parlare bene o se ne può parlare male, ma l'importante è parlarne, o almeno così scrive sul suo profilo di Facebook. Lo scopo era dunque quello di riportare l'attenzione sulla piazza. Ma non è bastato, e Santa Rosalia non è rimasta con le mani in mano: più decisa di prima a farsi sentire sabato 7 giugno è tornata nella sua piazza martoriata e sviscerata.

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Stavolta però la "Santa" non si è fatta solo vedere: ha infatti deciso di abitare alla vucciria e di "imbrattare le balate", a suon di colpi di gessetto. Perché il cuore di Palermo chiede aiuto. E lo chiede urgentemente, sperando che arrivi prima che tutto crolli, prima che tutto si sgretoli.

Di fatto, per quanto i gesti simbolici di protesta siano pensati ad arte e siano talvolta aspramente criticati, occorre dare ascolto anche a quella linea di pensiero che appoggia gesti estremi per ottenere qualche risultato: lo stesso Uwe Jaentsch ha in queste ore pubblicato sul profilo facebook "Uwe Ti Ama Doc" una foto esplicativa che dimostra come dopo il gran vociare relativo al suo "Si vende" la fontana versi in condizioni di degrado dopo ogni weekend all'insegna della movida. E sia lui stesso a fare pulizia.

Ci si chiede allora se sia lecito indignarsi e impegnarsi a cancellare in fretta e furia una frase e imprecare contro la "rovina" di un monumento, mentre bottiglie di vetro, cocci rotti, cicche di sigarette e rifiuti d'ogni tipo rimangono a marcire intorno allo stesso monumento che fino a poco tempo fa era un "bene comune da tutelare", sotto gli sguardi indifferenti di chi passa.

Di fatto, ne siamo certi, anche questa volta il popolo palermitano si mostrerà diviso: è difficile credere che l'apparizione di Santa Rosalia e le denunce di Uwe, per quanto impregnati di buone intenzioni e per quanto significativi portino davvero da qualche parte.

I palermitani si dividono: chi approva, chi scuote il capo, chi liquida i gesti dicendo a mezzavoce che si tratta solo di persone che cercano di apparire, chi incoraggia, chi ci crede, chi si indigna, chi sbotta. Quello che resta, però, è sempre una situazione di massimo degrado con palazzine pericolanti e gente che si affligge.

Riusciranno le cose a prendere la giusta piega, con o senza l'aiuto di Uwe e di Santa Rosalia?

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