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Registro Identitario: storia e luoghi di pesca in Sicilia

Il Dipartimento della Pesca ha pubblicato il "Registro Identitario della Pesca del Mediterraneo e dei Borghi Marinari", a salvaguardia dell'identità della pesca siciliana

  • 15 settembre 2016

Il Dipartimento della Pesca della Regione Sicilia ha firmato un importante provvedimento, dando ufficialmente vita al "Registro Identitario della Pesca del Mediterraneo e dei Borghi Marinari".

Il Registro nasce dall'esigenza di stilare un documento a salvaguardia e protezione dell'identità della pesca siciliana, dal momento che i dati sono preoccupanti: il numero degli addetti nel settore della pesca è, infatti, sceso da 20mila a poco più di 7mila.

Per salvare tale importantisimo patrimonio occorre ricostruirne il percorso culturale, riappropriandosi di metodi di pesca, di tradizioni culinarie, di territori marini: dalla raccolta sui metodi di cattura al censimento dei dati sulle aziende di lavorazione e trasformazione del prodotto ittico, dall’individuazione delle fonti storiche alla cernita delle sagre e dei riti inerenti al mondo della pesca e del mare.

Il pesce e il mare di Sicilia hanno un valore culturale immenso e il Registro vuole esserne la testimonianza: partire dall’uomo e dal suo saper fare per un risveglio culturale verso il mare attraverso il quale si promuova l’attività economica della pesca in Sicilia.

Perciò, all'interno del documento, sono stati inclusi ben 120 luoghi di sbarco, 64 tonnare e gli innumerevoli borghi marinari che contraddistinguono il paesaggio dei 1500 km di costa siciliana.

Un primo passo per la valorizzazione dell'attività del pescatore, che vedrà la collaborazione di Università, Fondazioni, Istituzioni scientifiche e Associazioni ambientaliste, ora che finalmente l'UE ha messo fine alla triste storia della rottamazione delle barche e dei pescatori.

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