Riscoprire la cività islamica: gli arabi investono in Sicilia

La cultura araba è nota in tutto il Mediterraneo e caratterizza parte della Sicilia, che vanta percorsi, scorci e spazi impreziositi dall'impronta orientale. Per salvaguardare le bellezze islamiche della Regione, arriva così dall'Arabia Saudita un investimento di 30 milioni di euro.

Si tratta di fondi mirati a salvare e promuovere la storia islamica sui territori dell'entroterra siciliano nei comuni di Aidone, Piazza Armerina e Valguarnera: a comunicare l'impegno degli arabi per le piccole cittadine siciliane è il sindaco di Aidone, Vincenzo Lacchiana, che ha siglato un protocollo di intesa con il governo dell'Arabia Saudita.

Tutto è nato nel cuore di Expo grazie a due ambasciatori autorevoli: l’archeologo Pierluigi Bonanno e l’imprenditore Gioacchino Arena, interessato a esportare l’olio siciliano in Arabia.

Per l’occasione, Ahmed Saeed Badrais, referente del principe saudita, ha messo nero su bianco il protocollo d’intesa, impegnandosi nella costituzione del "King Salman Cultural and Architectural Islamic Arabic Center".

L'obiettivo degli arabi è quello di favorire la diffusione della conoscenza e della promozione della civiltà islamica in Sicilia: ciò significa che i fondi verranno utilizzati per ristrutturare monumenti legati alla cultura araba, compresi anche gli interventi di nuova edificazione.

La scelta di Aidone non è casuale: il nome della cittadina deriva da Ayn dun, che in arabo significa "fonte d’acqua". Proprio agli arabi viene attribuita l’introduzione dell’allevamento del baco da seta, la costruzione del Castello e di alcune moschee, poi trasformate in chiese cristiane.

Tra gli interventi di restauro previsti, emerge quello sul Castello dei Gresti, attualmente in condizioni disastrose. La Sicilia beneficerà dell’aiuto economico degli arabi per far risplendere quei monumenti che hanno tracciato la storia siciliana e che, oggi, sono scrigno di valore storico, culturale e artistico.