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"Salvo", quando il film palermitano conquista il mondo

Dopo il trionfo al Festival di Cannes "Salvo", il film di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, ha trovato un distributore anche per ltalia: esce nelle sale il 27 giugno

  • 26 giugno 2013

"Salvo" è un film che ha due storie da raccontare: quella dei suoi protagonisti, anzitutto, ma anche quella di chi l'ha pensato, voluto, prodotto. Un successo tutto siciliano, una "creatura" dei registi palermitani Fabio Grassadonia e Antonio Piazza: ha trionfato alla "Semaine de la Critique" del Festival di Cannes aggiudicandosi due premi eppure in Italia sembrava non volerlo nessuno.

Solo dopo che i distributori di tutto il mondo lo hanno acquistato è arrivato un distributore anche per l'Italia (Good Films), con 53 copie nelle sale a partire da giovedì 27 giugno. «Uno straordinario miracolo, la giusta affermazione del progetto di due autori-produttori»: a parlare è Alessandro Rais, Dirigente Generale dell'assessorato regionale al Turismo, Sport e Spettacolo, che non dimentica di sottolineare l'orgoglio di aver partecipato come Regione Sicilia al finanziamento della pellicola.

Quello della Film Commission della regione siciliana è un argomento sempre al centro dei dibattiti: «Le battute d'arresto della Film Commission - ha aggiunto Rais - sono sorte a causa della miopia della politica, ma la partecipazione alla produzione di pellicole come Salvo dimostra che accanto ad una cattiva amministrazione ce n'è una che invece ha voglia di lavorare».

E il futuro? Il Dirigente Generale ha parlato di riattivazione di alcuni finanziamenti recuperati da "Sicilia, Turismo e Cinema", s.p.a. della Regione ormai in liquidazione, di 24 nuovi documentari in cantiere e della riattivazione di un bando. Il punto di partenza per queste dichiarazioni è la proiezione in anteprima di "Salvo" di mercoledì 26 giugno: un film forte, che non bisogna trattare come un racconto di mafia, perché tale non è. É una storia d'amore che ricalca «Il più usuale dei percorsi narrativi del genere noir - come dice lo stesso Antonio Piazza - in cui un uomo incontra una donna che gli cambia la vita».

L'atipica femme fatale in questione si chiama Rita (Sara Serraiocco) ed è la sorella non vedente di una delle vittime di Salvo (Saleh Bakri), killer e scagnozzo di un boss locale. La storia è ambientata in una Palermo che potrebbe essere qualsiasi luogo al mondo: «Palermo è una città fuori campo, il punto sta nel raccontare una dinamica di imprigionamento e la ricerca di libertà», continua Piazza. «É così che vediamo la forma della civiltà palermitana - aggiunge Fabio Grassadonia - e tutto nasce dalla nostra appartenenza e la nostra osservazione».

Ad impreziosire "Salvo", la fotografia di Daniele Ciprì, l'amichevole (ma non per questo meno incisiva) partecipazione di Luigi Lo Cascio, pochi dialoghi e molti suoni e l'assenza di un commento musicale. Non si tratta di un film "facile", ma proprio a sua identità forte e possibilmente radicale ha generato un grande interesse dalle distribuzioni estere. Per poterne parlare, in fondo, basta citare Massimo Cristaldi, altro produttore insieme a Fabrizio Mosca: «Bisogna vendere i film che facciamo, non fare film che si vendono».

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