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Serena Ganci: il titolo è "iodasola", ma è una vera band

Un'intervista a tutto campo alla musicista Serena Ganci, anima delle Iotatola, che ci racconta il nuovo disco, il suo rapporto con Palermo e la scena musicale italiana

  • 22 aprile 2014

Serena Ganci è rimasta sola, proprio come il nome del suo progetto artistico. Iotatola significa infatti “io da sola” come se fosse pronunciato da una bimba di pochi anni, ed è nato dalla collaborazione tra Serena e Simona Norato. Oggi le loro strade si sono divise e Serena è impegnata nella promozione del nuovo album e di quella che resta, ci tiene a precisarlo, una band a tutti gli effetti.
Mi sembrerebbe poco elegante chiederti della separazione artistica da Simona Norato, quindi evito di chiedertelo... Dimmelo spontaneamente tu!
«È semplice: io e Simona abbiamo scelto due percorsi diversi. Lei a un certo punto ha espresso il desiderio di intraprendere un percorso solista e senza nessun rancore ci siamo separate. Insieme ci siamo arricchite, abbiamo fatto una esperienza importante. Ci siamo insegnate a vicenda tante cose, ad esempio il saper unire le nostre diversità, una vena più ironica e una più intimista. Oggi siamo pronte per camminare “ta tole”».
Il nome del progetto significa “io da sola”... Dici che ve la siete un po' andata a cercare?
«Probabilmente dalla nostra unione veniva fuori un personaggio unico anche se fatto da due individui. Comunque Iotatola era ed e' una band. Ora sono io la leader, con un chitarrista d'esperienza come Maurizio Filardo al posto di Simona. Iotatola va visto come un concept, da vestire ogni volta in modo diverso».
Il nuovo corso di Iotatola sembra proseguire col sound e lo stile intrapresi con la versione duo. Dov'e' finito quanto visto con la Serena Ganci vincitrice di Musicultura?
«In realtà adesso il sound è diverso, non c'è il suono di Simona e abbiamo chitarre, synth, tastiere e drum machines. Il progetto si è molto spinto verso l'elettropop e cerchiamo, attraverso il pop, di arrivare a tutti. Quanto visto a Musicultura è comunque qui dentro, rimane il mio approccio vocale, direi che in Iotatola c'è la stessa poetica ma con un vestito più “easy”, con piu' groove, in questo contesto indie in cui tutto si somiglia. E mi piace che sia così, magari un giorno potremmo addirittura aprirci alla dance».
Questo secondo disco è stato realizzato anche sfruttando il crowdfunding. Semplicemente un bel gioco o pensi possa rappresentare una via importante per il futuro della musica indipendente?
«Noi abbiamo una casa discografica che ci finanzia, quindi per noi è stato fondamentalmente un bel gioco. Da un punto di vista economico è uno scambio, il pubblico da soldi ma tu ricambi con cd, concerti e gadget. Penso comunque che possa anche essere determinante, per esempio per band emergenti a cui servono piccoli budget».
Quali emozioni e stati d'animo vorresti rimanessero addosso a chi ascolta il nuovo album?
«Vorrei rimanesse un bel sorriso, semplicemente. E' un momento storico di grande crisi e il mio obiettivo è che la gente canticchi queste canzoni sotto la doccia».
Raccontaci un po' come stai preparando il nuovo live...
«È un concerto esplosivo con vecchi e nuovi pezzi, tutti riarrangiati. Sul palco io ho il mio synth e Maurizio Filardo suona le chitarre e le drum machine».
Com'è il tuo rapporto con Palermo? Come vedi la città in questo momento?
«Io sono scappata da Palermo rifugiandomi a Roma. Oggi la nostra città mi fa un po' rattristare. Dopo tanti anni parigini, Palermo per me era stata una botta di vita, vi avevo trovato una grande energia. Sono grata a Palermo ma adesso avverto che non mi può dare altro e sento il bisogno di portare la carica accumulata verso altri luoghi. Però succede anche che una grande artista come Emma Dante mi abbia chiesto di lavorare con lei, scrivendo le musiche del suo spettacolo e cantandole sul palco, e questa per me è una notizia meravigliosa anche perché mi avvicina alla parte migliore e più creativa della nostra città».
Come ti sembra invece la situazione politica a livello nazionale?
«Mi sembra proprio un dramma. Io mi sto costruendo la mia bolla in cui prescindo da questo paese dove pare non cambi mai nulla. Ma sono una persona sempre positiva: questo nuovo governo per esempio non mi ispira particolarmente, però sono portata a sperare che qualcosa cambi, ci voglio credere! Anche perché, come si dice... Chiu scuru ri menzanuotti 'un po' ffari! »
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