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Sicilia regina dei "tagli": musei e fondazioni al capolinea

Grande aspirazioni, grandi speranze tutte puntualmente disilluse dalle sue mancanze: in Sicilia i nuovi tagli rischiano di condurre alla chiusura musei e fondazioni

Balarm
La redazione
  • 30 dicembre 2014

La Sicilia si vuole fare bella. Come una donna che si prepara per un grande evento, la Sicilia vorrebbe divenire splendida. Per questo nei mesi passati ha provato a cambiare forma, ad adattarsi, rimanendo però sempre ai margini. Perché? Perché le sue difficoltà sono talmente radicata che pur cambiando nome rimangono sempre le stesse.

Aleggia ancora il fantasma di quella tabella H: quei finanziamenti che sarebbero dovuti arrivare, e che poi sono stati soppressi. Aleggia, perchè dopo l'entrata in vigore di una legge che assegna i fondi in base ad un bando, si era parlato di destinare agli enti culturali circa 16 milioni di euro.

Una cifra che era già stata tenuta irragionevolmente bassa, ma che è stato impossibile contestare, forse pensando che più in basso di così non si poteva andare. Invece l'ultima delibera dell'amministrazione regionale ha reso noto che da 16 milioni si passerebbe a 10.

10 milioni che, suddivisi tra associazioni, fondazioni ed enti, diventano insufficienti: firmano la condanna a morte di realtà che vedranno tagliare il proprio budget di circa il 35%. Questa situazione ha visto unirsi ben undici i musei che minacciano di chiudere, nella creazione di un documento congiunto di protesta.

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La Fondazione Guarino Amella, L'Istituto Gramsci Siciliano, il centro Pio La Torre, la Fondazione Leonardo Sciascia, il centro Sturzo, la Fondazione Ignazio Buttitta, il Centro Studi Feliciano Rossitto, il museo Mandralisca, la Fondazione famiglia Piccolo di Calanovella, il museo Antonio Pasqualino, l'Istituto siciliano di studi bizantini e neoellenici, la fondazione Gaetano Costa e il Centro Studi Filologici e Linguistici: queste le realtà interessate che hanno firmato il documento che riportiamo integralmente:

Le istituzioni culturali siciliane versavano già in condizioni molto critiche. La nuova manovra ipotizzata dal governo regionale, che comporterebbe un’altra drastica riduzione dei finanziamenti, assesterebbe un colpo mortale a musei, archivi storici, gallerie, biblioteche, fondazioni e istituti di ricerca. Se prima l’esigenza di razionalizzare l’impiego delle risorse poteva avere qualche giustificazione ora vanificherebbe lo sforzo che le istituzioni vanno compiendo per elevare l’efficienza e la qualità dei servizi offerti. Senza un sostegno adeguato e nell’incertezza di potere riscuotere in tempi utili il contributo per il 2014 sono quindi costrette ad annunciare sin da ora la chiusura con grave danno per la cultura e per l’immagine della Sicilia.

Privati dell'adeguato sostegno, musei e fondazioni dichiarano battaglia: la parola passa adesso alla Regione, che deve scegliere con cura i suoi passi e le sue azioni, pena un forte impoverimento di quella scena culturale che sta da tempo cercando di esaltare.

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