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Storia della Medicina, a Palermo il Congresso Nazionale

Arriva a Palermo il Congresso Nazionale della Società Italiana di Storia della Medicina. Ce ne parla Adelfio Elio Cardinale, presidente e organizzatore della manifestazione

Balarm
La redazione
  • 12 settembre 2014

Divulgazione scientifica, ritorno alla "medicina umana", cultura e desiderio di procedere su una strada che porti nuovamente i medici ad avere un contatto diretto e più attento con il paziente: questi sono alcuni degli obiettivi della più importante manifestazione scientifico-culturale nazionale di storia e filosofia della medicina e della scienza, la 50esima edizione del Congresso Nazionale della Società Italiana di Storia della Medicina, che si terrà a Palermo da giovedì 2 a sabato 4 ottobre.

Un evento fondamentale per la città, che lo ospita per la prima volta in assoluto: ce ne parla Adelfio Elio Cardinale, presidente e organizzatore della manifestazione, nonchè professore emerito di Radiologia nell’Ateneo di Palermo e Vicepresidente del Consiglio Superiore di Sanità, cultore di storia della medicina e di storia e filosofia delle scienze con all'attivo numerosi volumi e saggi su tali argomenti.

Palermo capitale della cultura?
«Palermo rinnova la Sua antica tradizione di essere capitale di cultura, arti, scienze. Infatti giovedì 2 ottobre avrà luogo nella “ Sala Gialla” di Palazzo dei Normanni la seduta inaugurale del 50°congresso nazionale della “Società Italiana di Storia della Medicina”. La manifestazione riveste particolare importanza per i seguenti motivi: è il 50° Congresso Nazionale del sodalizio scientifico; ricorre il cinquecentesimo anniversario della nascita del sommo anatomista Andrea Vesalio; per la prima volta dopo circa 120 anni di storia della Società, il convegno si svolge in Sicilia con la presidenza di un docente di Palermo.

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Un congresso scientifico non si svolge in una città solo per pregi turistici o artistici . La Sicilia ha avuto grandi personalità come Gianfilippo Ingrassia e, in atto, vi sono molti qualificati cultori e studiosi di questo settore disciplinare. Personalmente ho scritto numerosi volumi sulla Storia della medicina, della radiologia e della scienza. Inoltre, rilevo un dato altamente positivo nell’entusiasmo con cui tanti e tanti giovani seguono questo filone scientifico-culturale».

Quali sono i temi del Convegno?
«I temi del convegno sono ampi e articolati: storia della divulgazione delle scienze mediche; “medical humanities”, tra passato e futuro. Inoltre – come è tradizione della Società – una sessione sarà dedicata alla storia della medicina della regione ospite: medicina in Sicilia e grandi personaggi. Il tema della divulgazione scientifica e quello delle scienze umane in medicina sono di grande interesse non solo per la professione, ma assumono anche rilevanza dal punto di vista deontologico.

Divulgazione scientifica vuol dire comunicare in termini semplici ma rigoroso complesse attività clinico-sperimentali. I rapporti con la stampa e con i mass-media sono fondamentali per non ingenerare illusorie speranze o accreditare falsità. I casi Di Bella e Stamina sono gli esempi più clamorosi. In quest’ambito l’On. Prof. Paola Binetti terrà una relazione sui cambiamenti della medicina tra magistrati e medici.

Di pari importanza è il ritorno alla “medicina umana”, anche per la valenza etica. Occorre ricomporre i saperi e ricondurre il malato da numero a individuo, con una maggiore percezione dei suoi bisogni. Medicina incentrata sull’uomo infermo e fragile. La Conferenza inaugurale sarà tenuta dal Maestro Roberto Gervaso: “Cagliostro, tra medicina, magia e cultura”».

Qual è l’importanza culturale della Storia della Medicina?
«La storia della medicina non è una immota contemplazione preistorica, quasi una vecchia zimarra intellettuale. L’incomprensione del presente nasce fatalmente dall’ignoranza del passato, ma è forse altrettanto vano estenuarsi per comprendere il passato senza sapere nulla del presente. La storia della biomedicina ci rileva che lo sviluppo, non è una marcia lineare ma un percorso a ostacoli.

Gli studi storici riassumono la nascita, l’evoluzione, le conquiste, i travagli, le sconfitte e le riprese della scienza medica. Una vera e propria disciplina militante che determina migliore padronanza dei metodi di indagini e della valutazione critica dei problemi medici.

Giambattista Vico additava “nella storia della scienza” la vera sorgente del progresso del sapere e del perfezionamento della specie umana. Nella rivoluzione biomedica (medicina molecolare e rigenerativa genetica, informatica, integrazione bio-psico-sociale, scienze cognitive, neuroscienze, diagnostica per immagini, con caratterizzazione tissutale) la storia contribuisce a costruire nuovi saperi».

Quali obiettivi perseguite?
«Seneca diceva che il futuro è lo scrigno degli Dei e solo loro possono penetrarlo. Tuttavia il “goal” cui miriamo – in estrema sintesi – come compito primario, nel delineare il futuro della professione, è riequilibrare il forte sbilanciamento tecnologico ed economico-finanziario (per non dire ragioneristico) rispetto alla componente antropologica. Rimettere l’uomo al centro della medicina».

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