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Tappi e beneficenza: Unipa differenzia con "Wasteland"

L'Università di Palermo promuove "Wasteland", il progetto ideato da Maria Cristina Finucci per sensibilizzare il mondo sulle isole di plastica che galleggiano negli oceani

  • 8 aprile 2016

La beneficenza in un tappo: l’Università degli Studi di Palermo promuove "Wasteland", il progetto frutto dell'impegno e dell'intraprendenza di Maria Cristina Finucci, volto a sensibilizzare il mondo sul tema delle garbage patch.

Le garbage patch sono le enormi isole di plastica che galleggiano negli oceani di tutto il mondo e che rappresentano uno dei più importanti fenomeni di inquinamento ambientale, purtroppo fino ad oggi trascurato proprio a causa della mancanza di una sua identificazione iconica.

"Wasteland" è un'opera concepita proprio per creare quell'immagine concreta che mancava alle garbage patch, così da poterne più facilmente comunicare l'esistenza. L'elemento caratterizzante del "Garbage Patch State" è rappresentato da tappi di plastica colorati, simbolo di uno "stato dei rifiuti", destinato a colonizzare il mondo e rappresentato in tutte le installazioni artistiche.

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Maria Cristina Finucci ha costruito un apparato semantico verosimile come la realizzazione della sua bandiera, di una anagrafe, una sua mitologia, un portale web e molto altro, non trascurando di inserire anche elementi semplici come per esempio le cartoline postali.

Fabrizio Micari, Magnifico Rettore dell’ateneo palermitano, ha avviato il piano per la raccolta differenziata dei tappi di plastica nelle sedi dell'università, installando all'interno delle varie facoltà appositi contenitori per la raccolta dei tappi colorati. Il ricavato, proveniente dal riciclo dei tappi, sarà utilizzato per contribuire alle iniziative di beneficenza promosse da Libera Palermo, associazione antimafia fortemente presente in città.

Così Unipa si impegna attivamente nella realizzazione della prossima opera dell’artista, la cui inaugurazione è prevista il 4 giugno sull’isola di Mothia.

Con "Wasteland" si tende ad un'arte che comprenda una dimensione attiva e sociale, che possa indicare modelli di comportamento e che diventi una sorta di laboratorio dove esperimentare soluzioni per gli attuali problemi ambientali su scala globale.

Il linguaggio artistico crea nuove forme di immaginario, capaci di riportare alla luce i problemi di un mondo sempre più complesso per poi comprendere, nel miglior modo possibile, la realtà.

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