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Violenza alla Vucciria: l'odio sfregia il volto di Palermo

Palermo, una città multiculturale, ricca di bellezze artistiche e paesaggistiche, in una notte di violenza alla Vucciria, sprofonda ancora una volta nel vuoto

  • 21 marzo 2016

Palermo è una città multiculturale con tanti volti diversi, carica di bellezze architettoniche e artistiche che la impreziosiscono, quasi come fosse una bella donna, curata in ogni suo aspetto. Eppure basta spostare lo sguardo per trovare incuria, povertà e arroganza.

È successo. Quello che si sperava non accadesse più è successo ancora una volta. Una giovane coppia è stata massacrata in una notte da far west alla Vucciria: un déjà vu di calci, pugni, ferite, lacrime e sangue. A Palermo cala la notte, è buio pesto, il silenzio è assordante.

Un altro piccolo episodio che sfregia il volto della nostra città, lasciandola ricadere nel vuoto. E dire che è passato così poco tempo dalla spiacevole vicenda di via dei Chiavettieri, da quel machete che si alzava terrorizzando i presenti.

A fare da palcoscenico a questo spettacolo dell'orrore è uno degli emblemi della movida palermitana che torna a vivere un'atmosfera d'inferno. Ci si trova a chiedersi: quanti sono stati i tentativi di rivitalizzazione della Vucciria?

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Innumerevoli. Tutti falliti, tra movida smodata, vendite abusive, attività non regolari, violenza, arroganza e inciviltà. È sui social network che leggiamo gli sfoghi, i racconti e la fine delle speranze di chi, come i due giovani presi a calci e pugni, si trovava lì quella sera.

La tristezza è mista al rancore e all'ira. C'è chi sfoga la propria rabbia, intimando ai cittadini di Palermo di abbandonare la Vucciria e perfino l'intera città. Ma subito dopo, a prevalere sono il senso civico e le rivelazioni: quelli dei violenti sono volti già noti.

Dov'è finita la sicurezza? Un diritto del cittadino, una garanzia negata che costringe, anche chi non lo vorrebbe, a fuggire da questa città. Eppure c'è chi resta, e ci crede. Ci crede perché vuole continuare a sentire il profumo di casa e l'odore del mare, nella speranza che presto qualcosa possa cambiare.

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