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"La camera dello sguardo" a Palazzo Sant'Elia

“La camera dello sguardo”: la grande fotografia italiana in 98 opere firmate da 29 maestri, da Giacomelli a Berengo Gardin, da Scianna a Toscani

  • 20 dicembre 2009

Interamente dedicata all'evolversi dell'arte della fotografia in Italia, dagli anni ’50 ad oggi, ecco una collettiva, a cura di Achille Bonito Oliva, che conta 29 autori (tra i quali due siciliani, Ferdinando Scianna e Lia Pasqualino) e 98 opere. "La camera dello sguardo – Fotografi italiani" è il titolo della mostra fotografica promossa dalla Provincia regionale di Palermo, organizzata da Civita Sicilia da un progetto di Incontri internazionali d’Arte, in allestimento a Palazzo Sant'Elia (via Maqueda 81) da sabato 19 dicembre fino al 21 marzo.

Quando la fotografia iniziò a diffondersi, ai tempi di Nadar (intorno alla metà del 1800), tendenzialmente si reiterarevano le procedure pittoriche. Dapprima, la raffigurazione del paesaggio e dell'architettura, poi come strumento per ritrarre la nascente borghesia e il popolo. Fu non appena ci si rese conto della potere e del valore della riproducibilità delle immagini fotografiche, che si sviluppò sensibilità estetica e indagine artistica. Ed ecco insinuarsi la consapevolezza del riprodurre ambienti e sensazioni, lo stato delle cose e il suo successivo divenire, momenti storici e viaggi interiori, tra chiaro scuri o tinte accese. Attraverso "La camera dello sguardo", lo studio e l'attenzione al carattere del soggetto inquadrato delinea un lungo viaggio per immagini, che declina lo stile della fotografia italiana.

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A questo proposito, il curatore Bonito Oliva sostiene che la fotografia italiana abbia delle precise connotazioni, come un sostrato culturale. «Rispetto alla fotografia anglosassone, che è caratterizzata da un'ottica impersonale e obbiettiva - spiega Oliva - quella italiana, è chiaramente portatrice di un'inquadratura. Il riflesso felice di un'involontaria messa in posa, riesce sempre a bilanciare in termini disimmetria e armonia, l'immagine riprodotta, come se il tempo bloccasse il flusso. La foto seziona l'inquadratura con coscienza».

Stiamo trattando una mostra scorrevole che si articola in ordine alfabetico e in una naturale dialettica, una co-esistenza della differenza. Da Giacomelli, a Mulas fino alla Pasqualino, gli artisti in mostra condensano e realizzano un'iconografia al servizio di una poetica personale. Gli impenetrabili palazzoni moscoviti della burocrazia e del rublo, fotografati nel 2007 da Gabriele Basilico, e l’enigmatica "Natività" di Antonio Biasiucci (del 2009); uno stralunato Ezra Pound in vestaglia a 81 anni, fotografato a Sant’Ambrogio di Rapallo da Lisetta Carmi, e l’artista Maurizio Mochetti, sornione e intrigante nei suoi smaglianti 33 anni, ritratto da Elisabetta Catalano; il Banco dei pegni di Napoli, con il vecchietto smunto perso fra santini e carabattole fotografato da Luciano D’Alessandro nel ‘65, e Simonetta Visconti, ribattezzata “la prima donna della moda italiana”, immortalata nel ’56 nel suo atelier di Roma da Federico Garolla (lo stesso autore della foto di Pasolini, anno ’56, che gioca a calcetto su un campetto di fortuna a Centocelle).

Volti noti e altri sconosciuti, gli afflitti e i privilegiati, ovvero l’elegante coppia newyorkese di Gianni Berengo Gardin e il disoccupato di Gragnano, fotografato da D’Alessandro; il cinema, l’arte e la letteratura, paesaggi urbani con rifiuti, nelle foto di Aniello Barone, campagne sconfinate, nella Basilicata di Franco Fontana che avrebbe potuto fare da sfondo ad un film di Antonioni, montagne ostili, nell’Afghanistan di Paolo Pellegrin. Lia Pasqualino, presente con 4 opere, fotografa sul set del film di Roberto Andò “Il manoscritto del principe”, Jeanne Moreau, Leopoldo Trieste, Michel Bouquet, Laurent Terzieff; Dino Pedriali ruba un gesto a Federico Fellini e a Andy Warhol. In allestimento anche quattro immagini di Mario Giacomelli, il fotografo del “realismo magico” che fu anche tipografo, poeta e pittore, tratte da due delle sue serie più note: “La notte lava la mente”, che cita nel titolo i versi di Mario Luzi, e “Io non ho mani che mi accarezzino il volto”, il ciclo dei pretini che pattinano in tonaca, citazione dei versi di padre David Maria Turoldo.

Quattro le foto firmate da Ferdinando Scianna: gli scatti delle feste religiose di Tre Castagni e Racalmuto del ’63 e ‘64, tra devozione popolare ed ebbrezza profana - tratte dal primo libro “Feste religiose in Sicilia”, con la prefazione di Leonardo Sciascia, e gli scatti del reportage realizzato nell’88 nel villaggio di Kami, in Bolivia, a 3500 metri di altezza, tra i volti scavati e gli sguardi di ossidiana dei discendenti degli indios. In mostra anche un’immagine-shock di Oliviero Toscani: si tratta della discussa “Anorexia”, scattata per la campagna 2007 contro l’anoressia di un noto marchio di abbigliamento per ragazze. Il catalogo illustrato bilingue, con il testo critico di Achille Bonito Oliva, è edito da Peliti Associati. "La Camera dello sguardo" potrà essere visitata gratuitamente dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 13 e dalle 16 alle 19.30 (chiusura il lunedì). Per informazioni: dal martedì al venerdì, dalle 9 alle 14, si può contattare il numero 091.8887767 oppure scrivere a segreteria@civitasicilia.it.
Informazioni on line www.civita.it e www.provincia.palermo.it.

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