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“Avec le temps, Dalida”: la fragile vita di una star

  • 9 maggio 2005

Giunge al termine il cartellone della stagione teatrale 2004-2005 del teatro Lelio di Palermo (in via Antonio Furitano 5/a) con l’ultimo spettacolo in programma, dal titolo “Avec le temps, Dalida”, che andrà in scena domenica 15 maggio alle ore 18. Il lavoro, scritto e diretto da Pino Ammendola, è interpretato da Maria Letizia Gorga, con Stefano De Meo al pianoforte, Elena Lera al violoncello, Marco Colonna ai clarinetti, e le coreografie di Jacqueline Chenal. Lo spettacolo vuole essere un tributo alla figura di Dalida, poliedrica cantante e fragile donna, e intende narrarne la trasformazione che ne ha segnato l’esistenza. Il brutto anatroccolo, dalle fattezze quasi ridicole, che viveva nei sobborghi del Cairo, popolosi e malfamati, si trasforma in cigno fino a divenire una vellutata e pregiata rosa, ambita e desiderata dagli uomini più belli e più ricchi, affascinati dal suo corpo ed estasiati dalla sua sublime voce. Stiamo parlando di “Miss Egitto”, “Mademoiselle Bambino”, la “regina dei Juke-box”, che per avere cantato i testi di grandi canzoni verrà consacrata come “la Callas del varietà”, vamp hollywoodiana tutta lustrini e file di ragazzi, che sarà poi la pantera rosa di Francois Mitterand prima di infatuarsi di Jacques Chirac. E soprattutto, nello spettacolo, si vuole ricordare, dietro la star Dalida, la donna Yolanda che ha amato e sofferto semplicemente, umilmente. Si è donata senza limiti agli uomini della sua vita come a un pubblico che aveva per lei il “viso dell’amore”. E tutto questo perché non si è mai saputo di questa donna il dramma esemplare….Dalida affermava: “una vita non è terminata fino a quando non la si lascia”.

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Un ruolo drammatico ma anche solare, interpretato con verve e passione dalla Gorga, che da solo ne condensa decine di altri, nel tentativo di raccontare un’esistenza dal sapore leggendario, piena di cadute e di risalite, di straordinari successi e di vertiginose solitudini, di amori infelici e di riappacificazioni con la vita, la stessa che Dalida, colpita al cuore dai suicidi dei tre uomini più importanti della sua storia, cercò di togliersi più volte, fino a riuscirci la notte tra il 2 e il 3 maggio del 1987. L’idea dello spettacolo nasce dal desiderio di farci anche noi sua memoria, e ricordare oltre alla sua vita, le canzoni che l’hanno resa celebre e che ci hanno appassionato. Centoventi milioni di dischi venduti in tutto il mondo, più di 1.000 canzoni incise in 7 lingue durante 30 anni di carriera, successi scolpiti nella storia della musica come "Bambino", "La danza di Zorba", "Bang Bang", "18 anni", "Dan Dan Dan", "Avec le temps", "Monday Tuesday" e, naturalmente, quel "Ciao amore ciao" legato alla sua unica partecipazione a Sanremo e alla tragica morte di Tenco. La nostra corta memoria ci ha fatto dimenticare o trascurare troppo a lungo la storia di una ragazza italiana del sud che è passata alla storia fuori dell’Italia: nemo profeta in patria? No, forse solo un’artista troppo scomoda per i benpensanti, o per quelli che, dopo il tragico evento di Sanremo, hanno preferito sacrificarla sull’altare dei non graditi per salvare uno dei business più redditizi dell’epoca, quello delle case discografiche. Ci piace ricordarla nel suo infinito repertorio musicale di vario genere, nel suo sorprendente trasformismo, nel suo misterioso e affascinante percorso tra arte e amore, malinconico e beffardo, scientificamente interrotto dalla sua volontà di decidere anche la propria morte. I biglietti possono essere acquistati presso il botteghino del teatro, a partire da una settimana prima dello spettacolo, tutti i giorni, esclusa la domenica, dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 17.00 alle 19.30. Per informazioni e per contattare il teatro, è possibile telefonare allo 091.6819122.

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