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Le lettere reinventate di Leonardo Sonnoli

  • 18 aprile 2006

Lettere che scendono, scompaiono, si trasformano. Lettere onnipresenti, allo stesso tempo parola e disegno. Un alfabeto scomposto, quasi sviscerato, e poi ricomposto e re-inventato dalla grafica contemporanea del graphic designer italiano Leonardo Sonnoli. La mostra "Lettere dal confine", visitabile fino al 13 maggio presso la Galleria EXPA (via Alloro 97, visitabile tutti i giorni tranne il lunedì, ore 10-13 e 16-20, ingresso libero) presenta una selezione del suo lavoro che spazia dall’identità visiva di aziende pubbliche e private alla comunicazione di eventi culturali, dai sistemi di segnaletica alla grafica editoriale.
L’esposizione, curata da Vanni Pasca e Cinzia Ferrara per il Dipartimento e il Dottorato di Design di Palermo, è articolata in più sezioni che presentano i vari ambiti di lavoro e gli interessi del designer.

“Le lettere e gli alfabeti” dà subito il tono: Sonnoli ama le lettere e affida la comunicazione ad esse. Seguono poi i “sistemi di identità visive” per i comuni di Trieste e Rimini, i sistemi di segnaletica per la città di Venezia e la “grafica pubblica e utile” che si occupa di comunicazione di eventi culturali con manifesti per conferenze e mostre dove spesso le lettere diventano immagini o si fondono con esse. “L.S. confidential” è una piccola incursione nella vita privata del designer che elabora dei poster per la nascita dei due figli. Nella sezione “Dedicato a” l’autore rende omaggio ai grafici Georgie Hardie, Albe Steiner, A.G. Fronzoni, Pino Tovaglia, Wolfgang Weingart, Franco Grignani, Matthew Carter. Si dice spesso che la nostra è una cultura dell’immagine, però nei lavori di Leonardo Sonnoli le lettere sono quasi l’unico vettore di comunicazione. Una ricerca che affonda le sue origini nella storia e la tipografia. In controtendenza rispetto alla grafica e alla comunicazione visiva attuale: all’immagine preferisce le lettere dell’alfabeto, al colore preferisce il bianco e nero. Dei poster che si riducono all’essenziale, nella filosofia del “less is more” con un minimalismo volto a rendere il messaggio semplice e immediato.

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Nato a Trieste nel 1962, si diploma presso l’Istituto Superiore Industrie Artistiche di Urbino e si forma presso lo studio Tassinari/Vetta a Trieste. Dal 1990 al 2001 è art director dello studio Dolcini associati di Pesaro, occupandosi dell’identità visiva di aziende pubbliche e private, della comunicazione di eventi culturali, di sistemi di segnaletica. Nel 2002 con Paolo Tassinari e Pierpaolo Vetta fonda CODEsign e diviene art director della 50esima esposizione internazionale d’arte della Biennale di Venezia. Insegna all’Università Iuav di Venezia e all’Isia di Urbino e dal 2003 è presidente della sezione italiana dell’Agi - Alliance Graphique Internationale. I suoi manifesti sono presenti in numerose collezioni pubbliche internazionali (Museo del Louvre e Biblioteca Nazionale di Francia di Parigi, Museo delle Arti Decorative di Zurigo, San Francisco Museum of Modern Art, Colorado State University). Ha ottenuto importanti riconoscimenti, fra cui la medaglia d’argento alla triennale di Toyama (Giappone), la Menzione d’onore al XIX Premio Compasso d’oro/Adi e il Merit Award dell’Art Directors Club di New York.

In occasione della mostra è stato anche organizzato un workshop di due giorni curato da Vanni Pasca e Cinzia Ferrara per il Dipartimento e il Dottorato di Design di Palermo, nel corso del quale circa quaranta partecipanti hanno analizzato il contesto urbano della capitale siciliana e hanno sperimentato sotto la guida di Leonardo Sonnoli nuovi linguaggi espressivi per definire e designare l’identità visiva della città.

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