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Wedding Tourism: forza stranieri, sposatevi a Palermo

Si chiama "I Do" ed è un'iniziativa del Comune di Palermo: il capoluogo siciliano diventa meta del "wedding tourism" per gli stranieri che vogliono sposarsi all'estero

  • 3 luglio 2013

Sposarsi in un luogo da sogno, che sia un paese esotico o un paradiso lontano, è stato per lo più un privilegio riservato ai vip. Quante volte avete fantasticato guardando due innamorati coronare il loro sogno in una spiaggia tropicale a piedi nudi al tramonto? Tante, ma basta smancerie. Sposarsi all'estero è di certo un trend degli ultimi anni, lo dimostrano i 6mila stranieri che solo lo scorso anno hanno scelto l'Italia come meta per pronunciare il fatidico sì. E se anche Palermo iniziasse ad essere meta del cosiddetto wedding tourism?

Il Comune di Palermo ha infatti captato la tendenza e deciso di investire su una pratica molto ambita. Che sia il momento di trasformare il capoluogo più a sud d'Italia in un piccolo nido d'amore? Intanto è lo stesso Comune a lanciare un progetto già in voga nelle altre capitali del mondo. Si tratta di “I Do”, iniziativa che mira a trasformare la vecchia Panormus in una Destination Wedding per il mercato giapponese, americano ed europeo. Futuri sposini stranieri, dimenticate dunque assolate spiagge sperdute oltreoceano, adesso la località da sogno si trova proprio nella Sicilia de “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa.

Il progetto è rivolto a quelle coppie che desiderano pronunciare il proprio sì, yes, oui o ja che sia, lontani dalla propria città di residenza. Ed è così che Palermo apre le porte alle nozze made in Sicily. Tra le location più suggestive, oltre alle due sedi proposte per la celebrazione di matrimoni civili - i locali della Real Fonderia e la chiesa sconsacrata di San Mattia di prossima apertura - i novelli sposi possono sceglierne di inedite. Ad esempio, possono trascorrere il giorno dei fiori d'arancio all'interno del parco della Favorita, immersi nel verde - che fa molto american wedding -.

Come possono farne richiesta i futuri sposi? La stessa dovrà , come ha spiegato Giusto Catania, assessore Servizi Anagrafici e Stato Civile, dovrà nella prima fase di richiesta essere inviata all’indirizzo e-mail authorityturismo@comune.palermo.it e corredata da un nullaosta fornito dalla coppia e rilasciato dalle Autorità competenti del Paese di provenienza. Eventuali altre procedure e informazioni saranno pubblicate e rese scaricabili nell’area turismo del sito del Comune di Palermo che sarà on line a breve. Intanto l’Ufficio di Stato Civile si è attrezzato per questo servizio disponibile anche in diverse lingue.

Una città come Palermo dal carattere cosmopolita e multiculturale, piena di edifici barocchi, mosaici bizantini, palazzi, castelli, fontane e mercati storici, è così il posto ideale per suggellare un amore. E per lasciare una grande “impronta” della loro unione, con “I Do” viene offerta alla coppietta la possibilità di piantare un albero, simbolo di buon auspicio per la nascita di una nuova vita, ovviamente insieme. Nel parco della Favorita, quindi, verrà attrezzata un'area dedicata agli alberi del sì: veri e propri pargoli affidati ai genitori mediante un “contratto di adozione”. Il Comune si impegna così a fornire ogni anno foto e informazioni sullo status dell'albero, neo "figlio".

In fondo, furono proprio le più antiche civiltà a considerare gli alberi come emblema di fortuna e vita eterna. Sarà la stessa città a prendersi cura dei semi piantati fino alla loro trasformazione vegetale. Una metafora verde che investe un significato profondo: lunga vita agli sposi. E Palermo in tutto questo? Palermo sarà “un amore di città dov'è bello mettere le radici”, come recita lo slogan dell'iniziativa. Palermo sarà il luogo giusto per dare carattere alternativo e non standardizzato al proprio matrimonio. Sembra appropriato dunque dire Just married, perché ha un tono più international, ma a Palermo un Mi sugnu maritatu, calzerebbe proprio a pennello.
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