"Whistleblowing": un premio a chi denuncia le tangenti

Immaginatevi un mondo privo di corruzione all'interno della politica, e ancor di più, immaginate che non ci sia corruzione all'interno dei consigli comunali. Probabilmente starete già sbuffando: effettivamente si tratta di utopia, considerando che il sistema è tuorto, come si dice in siciliano, fino all'osso. Nonostante questo, non mancano le proposte lodevoli, come quella del whistleblowing, avanzata dal Movimento Cinque Stelle per il Comune di Palermo.

La parola whistleblowing, in inglese, significa soffiare nel fischietto: il suono di questo particolare oggetto ci riporta ad uno stop immediato, all'associazione con un'azione errata, ed è proprio questo il punto della proposta: stoppare la pratica delle mazzette.

I deputati palermitani del Movimento Cinque Stelle si sono detti stanchi dei numerosi scandali al Comune: le denunce vanno, stando al loro punto di vista, incentivate tramite un sistema di premi che rendano inutili i tentativi di corruzione.

Il whistleblowing funzionerebbe così in maniera molto semplice: le irregolarità andrebbero segnalate ai superiori o alle autorità competenti in cambio di una parte delle somme recuperate, nell'interesse della collettività.

Il provvedimento integrerebbe inoltre una funzione che muoverebbe dal web: a segnalare, in forma anonima o meno, penserebbero anche i cittadini tramite un apposito sito web che consentirà di accedere ad un form facilmente completabile, cui sarà possibile allegare materiale.

Si aspetta dunque l'arrivo del link sul sito del Movimento 5 Stelle siciliano, e nel frattempo questa proposta spinge a chiedersi quanto sia angosciante l'idea che per mettere fine ad un'azione scorretta, che di base non dovrebbe nemmeno esistere, bisogni incentivare gli esponenti della politica.

Mentre i deputati del Cinque Stelle pressano sul sindaco Leoluca Orlando per fare in modo che questa iniziativa veda la luce, a chi fa parte della cittadinanza non resta che attendere il form e trovare il coraggio di far parlare chiaramente, nell'attesa spesso disillusa che qualcosa, prima o poi, possa cambiare.