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"You Dive Capo Gallo": la start up che tutela la riserva

La riserva di Capo Gallo è sostenuta da diversi mesi da un gruppo di ragazzi che ha deciso di investire nel territorio per promuovere e difendere le sue bellezze

  • 27 settembre 2016

Un gruppo di ragazzi ha deciso di non arrendersi davanti alle tante difficoltà che un luogo come la riserva orientata di Capo Gallo presente: è il gruppo di giovani di "You Dive Capo Gallo" che da poco più di sei mesi porta avanti un progretto lodevole.

Si tratta di "La riserva di Capo Gallo tra terra e mare", che ha coinvolto più di 600 studenti oltre ai giovani del carcere Malaspina e ragazzi diversamente abili: snorkeling guidato, battesimo del mare ed escursioni sono alcune delle attività che hanno offerto a tutta la cittadinanza.

Durante una conferenza stampa, cui hanno preso parte biologi, docenti universitari e dirigenti regionali, i ragazzi del "You Dive Capo Gallo", hanno potuto presentare i loro risultati e ribadire i loro obiettivi.

«Siamo qui - hanno affermato - anche per ricordare alle istituzioni come vada salvaguardato e protetto un bene pubblico e di bellezza rara come la riserva di Capo Gallo. Ancora poco è stato fatto per lanciare, soprattutto dal punto di vista turistico, questo angolo verde di Palermo».

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Fra le attività che hanno emozionato di più, quella che coinvolto Gianluca Pellegrino, ragazzo affetto da tetraplegia: «Ho provato tante volte, anche con altri istruttori, a scendere giù – ha raccontato – ma spesso non vedevo molto. L'istruttore doveva stare davanti a me, non riuscivo a realizzare il mio sogno: osservare i fondali».

Grazie alla tecnica innovativa dei ragazzi di YouDive Club Capo Gallo, che sono un centro accreditato per potersi occupare anche delle immersioni dei diversamente abili, Gianluca ha potuto scoprire le stelle marine, la flora e la fauna di Sferracavallo.

Continuano anche i progetti con i minori del carcere Malaspina: «Incontrare i ragazzi di YouDive, che non si occupano solo di attività sportive ma anche di tutela e difesa del territorio e dell’ambiente può creare percorsi virtuosi per reinserire i giovani nella nostra società», ha detto il direttore del carcere Michelangelo Capitano.

Un'iniziativa che spinge le istituzioni ad allegerire l'insidioso iter burocratico che sono costrette ad affrontare le start up giovanili: a volte non bastano le buone idee, ci vuole anche una grande dose di coraggio e di pazienza per superare le mille difficoltà che, paradossalmente, crea chi dovrebbe aiutare.

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