"Nel fuoco": omaggio a Nourredine Adnane
Un resoconto sgrammaticato, poetico e politico sulla condizione di vita di Nourredine Adnane, il migrante che l’11 febbraio del 2011 ha deciso per protesta di togliersi la vita, dandosi fuoco in pieno giorno a Palermo. Attraverso un flusso di parole prendono luce alcuni frammenti della realtà vissuta dal giovane marocchino, vittima di un tragico evento, drammaticamente ripetuto, neppure due mesi fa a Catania, da un altro venditore ambulante ma catanese, Salvatore la Fata, di 53 anni, che si è cosparso il corpo di benzina trasformandosi in una torcia umana, davanti ai vigili urbani che gli avevano appena sequestrato la merce.
La compagna Suttascupa, partendo da un terribile fatto di cronaca, riporta sul palcoscenico la storia di Nourredine Adnane, cogliendone soprattutto il dramma emotivo, scandito da quel un mix di parole fra l’italiano, il siciliano, l’arabo e il francese, che diventa un racconto frammentario, ed esplora, più in generale, la condizione di vita dei migranti e la nostra capacità di relazione con essi.
La compagnia palermitana ha preso il nome dallo spettacolo di esordio che ha ottenuto un grande successo di pubblico e di critica nel corso di una lunga tournèe che ha toccato prestigiose vetrine del teatro italiano e internazionale. Durante la tappa che si è tenuta al teatro Garibaldi di Palermo, due momenti dello spettacolo sono stati catturati dalle cineprese del regista Wim Wenders, durante le riprese del film The Palermo Shooting.
Uno spettacolo forte, impegnato, quello scelto dal regista Salvo Gennuso, direttore artistico della sezione Teatro di AltreScene con la collaborazione dell’associazione Latitudini, per aprire la nona stagione di “una rassegna – commenta il regista– che ha la caratteristica di mescolare diversi codici espressivi”, rilanciando, allo stesso tempo, l’obiettivo più ampio del centro ZO di diventare polo culturale della città, riallacciando contatti con l’università, le scuole, le cooperative d’inclusione sociale per sviluppare progetti comuni di formazione diffusa, che possano costruire un’offerta culturale che “educhi” il pubblico ai linguaggi contemporanei.
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