"Io sono la prima e l´ultima": performance di Rosalia Billeci a Palazzo Cefalà
Atto d'amore verso alcune donne, scelte fra le tante, morte per il solo fatto di essere donne, la performance ha il significato di dare voce e corpo e con questo valore, e riscatto simbolico alla loro tragica vita.
Come in un rituale, otto donne giacciono in uno spazio coperte da un velo nero, a rappresentare con il proprio corpo, una vittima reale di femminicidio, in netto contrasto con una figura che vaga tra i corpi e che incarna un femminile divino.
Sarà questa figura mitica a dare voce a questi corpi e alle loro storie. Alla fine della narrazione ogni corpo prenderà vita e con un proprio movimento e percorso, come spinto da un'urgenza emotiva, andrà verso la tela, attingerà le mani nel colore e colpirà la tela lasciando la propria impronta.
A questo punto, ogni donna come liberata dalla violenza subita e pacificata, diventa parte di questa figura mitica, ritornarnando simbolicamente al quel femminino originario da cui proviene e a cui appartiene.
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