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Alessandro Benvenuti in "Un comico fatto di sangue"

  • Teatro Savio - Palermo
  • - Palermo
  • 23 novembre 2014 (evento concluso)
  • 18:00
  • 18 euro (intero), 15 euro (ridotto), 12 euro (studenti)
  • Informazioni e prevendite al numero 091.6768181

Un titolo, una verità. Già, perché quella che Alessandro Benvenuti porta in scena è una comicità realistica, vera, talvolta cruda, inserita in un quotidiano che attraverso i testi, scritti dalla mano sapiente di Ugo Chiti e lo stesso Alessandro Benvenuti, si cala sul palcoscenico e prende forma distinta, nitida, credibile. Sono tre le storie che Alessandro Benvenuti, classe 1950, racconta con maestria, humour e lirismo.

Il primo monologo è incentrato sulla storia di un uomo di famiglia esasperato dalla presenza di un cane, insoddisfatto della vita di famiglia, oppresso da una routine poco appagante, di cui si sente prigioniero e servo, ma al margine e nell'ombra. Il secondo monologo racconta di un uomo, ossessionato dal giudizio altrui, che spesso lo recluta ai gradini più bassi della scala sociale.

Da qui la voglia di riscattarsi, di rendersi meritevole di considerazione, rispondere allo sguardo sdegnoso dei ricchi ostentando e sperperando i soldi di piccolo borghese, acquistare dignità e rispetto attraverso il sogno di un figlio studioso "che quando parla incanta". Niente di più diverso. Il fanciullo generato, di studiare non ne vuol proprio sapere. Da qui i comici tentativi del padre per non rassegnarsi all'idea di non avere in casa un Cicerone. Ma queste sventure comiche, generate da un amore insano, sfociano nel dramma, spingendo a riflettere sul silenzio e sull'incomprensione nascosta dietro un' ordinaria narrazione di un figlio poco studioso.

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Il terzo monologo ha come protagonista una tenera donna che parla dall'interno di un corpo posto su un letto di ospedale in stato di coma. La donna ripercorre la sua vita, riemergono i ricordi dell'infanzia, della giovinezza, dei primi appuntamenti con il futuro marito, che ora siede al suo capezzale, russando sonoramente. Una vita semplice, come tante altre, quella raccontata dalla donna. Una vita come quelle di tante altre donne che sognano il principe azzurro, ma che spesso scoprono di avere accanto un surrogato, talvolta infedele, talvolta insensibile, talvolta semplicemente invisibile. Una vita, però, tutto sommato, tranquilla. E poi arriva il dolce torpore della morte, e la vita terrena si fa piccola e banale.

La donna sta finalmente bene "come un biocco di bambagia dei pioppi che scivola leggero sul fiume". Si ride, si ride tanto nello spettacolo di Alessandro Benvenuti e Ugo Chiti. C'è tutto il sapore genuino della toscanità più divertente e vera. Poi di colpo, per tre volte, si è costretti a tornar seri. E Alessandro Benvenuti è sublime nel passare dalla comicità al dramma. Non c'è distacco traumatico. Tutto accade con dolcezza lirica. Si dice che la vera comicità sia questa: quella che ti fa ridere e ridere, poi di colpo ti spalanca le palpebre sulla realtà. E mentre esci dal teatro, ti lascia quel senso di verità aggiunta, quel prezioso spunto di riflessione che ti accompagna, passo dopo passo verso casa.

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