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Un concerto di Beethoven in prima esecuzione: al Massimo due talenti sul podio e al pianoforte

  • Teatro Massimo - Palermo
  • - Palermo
  • 2 aprile 2015 (evento concluso)
  • 20.30
  • da 25 a 10 euro

È un concerto di Beethoven quasi sconosciuto e pochissimo eseguito sia in Italia che all’estero. È il Sesto Concerto op.61 per pianoforte e orchestra, che giovedì 2 aprile alle 20.30, è in programma al Teatro Massimo di Palermo insieme alla celebre Quarta Sinfonia e a un’altra perla rara: la Romanza cantabile per flauto, fagotto, pianoforte e orchestra in Mi minore H 13, un’opera giovanile di Beethoven (forse già del 1788-90) che appartiene a quel nutrito gruppo di opere che sono state conservate solo in parte dagli autografi e che il musicologo svizzero Willy Hess ha provveduto a identificare, catalogare, trascrivere, completare e pubblicare.

Con queste opere il Teatro Massimo chiude il ciclo che ha dedicato ai Concerti per pianoforte e orchestra del grande compositore. Al pianoforte Roberto Prosseda, uno specialista nella ricerca e diffusione di opere rare di grandi compositori. Ha guadagnato una notorietà internazionale in seguito alle sue incisioni Decca dedicate a musiche inedite di Felix Mendelssohn, tra cui quella con il Concerto in mi minore con Riccardo Chailly e la Gewandhaus Orchester.

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Dodici sue incisioni sono state incluse nei cofanetti “Piano Gold” e “Classic Gold” della Deutsche Grammophon. Sul podio Aziz Shoshakimov, straordinario talento di appena 27 anni, che ha fatto per la prima volta parlare di sé nel 2010 a Bamberga, conquistando a 21 anni il 2° premio del Gustav Mahler International Conducting Competition. È chiamato regolarmente da grandi teatri quali La Fenice, il Comunale di Bologna e la Staatskapelle di Dresda. Solo di recente si è sviluppata un’attenzione verso il Sesto Concerto, che nasce nel 1806 dalla riscrittura per pianoforte del famoso Concerto in Re maggiore per violino e orchestra op.61.

È il grande maestro Muzio Clementi (proprietario in Inghilterra di una fabbrica di pianoforti e di una casa editrice musicale, oltre che insigne docente) a proporlo a Beethoven, che dopo due anni di riflessione adatta e ingrandisce con una inedita cadenza a due il precedente concerto. Secondo Carli Ballola la Quarta Sinfonia e questo Concerto hanno la funzione di “insopprimibile contrappeso distensivo ed equilibratore” rispetto allo “sforzo titanico” rappresentato dalla composizione della Quinta Sinfonia. In quell’anno 1806, infatti, Beethoven interrompe la composizione della Quinta, che lo terrà impegnato ancora a lungo, per dedicarsi alla Sinfonia n. 4 in Si bemolle maggiore, che viene scritta velocemente e di getto, senza i consueti abbozzi preliminari.

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