"Pseudolus": la commedia degli inganni in scena a Segesta
Per la rassegna artistica “Calatafimi Segesta Festival-Dionisiache” è di scena “Pseudolus” di T.M. Plauto, per la regia di Walter Manfrè, con Manlio Dovì, Domenico Pantano e con Marco Prosperini.
La scena iniziale si apre con il giovane Calidoro abbattuto, triste e sconfortato. Costui è l’amante di Fenicia, la giovane cortigiana di Ballione, il proprietario di un bordello). Calidoro è abbattuto perché Fenicia, nell’ultima lettera che gli ha inviato, scrive che è stata venduta da Ballione ad un soldato macedone per venti mine e quindi presto non potranno più vedersi.
Calidoro mostra la lettera a Pseudolus, suo fidato servo, il quale, volendolo aiutare, si impegna per trovare, entro la fine del giorno, il denaro necessario per riscattare Fenicia prima che il soldato macedone consegni le ultime cinque mine al ruffiano: le mine saranno “gentilmente” offerte da Simone, il padre di Calidoro, solo che lui ancora non lo sa.
II Pseudolo, davanti alla casa di Ballione, incontra Arpace, lo schiavo inviato dal soldato macedone con il denaro restante e la contromarca per riscuotere Fenicia. Pseudolo prova ad ingannarlo fingendosi un servo di Ballione ma Arpace non si lascia fregare e si tiene il denaro; tuttavia Pseudolo riesce ad ottenere la contromarca necessaria perché lo scambio avvenga e lo invita ad andare alla locanda.
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