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"Odissea a/r": una lettura inedita del poema tra musica, danze e invenzioni sceniche

  • 70/30 - Il teatro che verrà
  • Teatro Biondo - Palermo
  • - Palermo
  • 28 ottobre 2016
    6 novembre 2016 (evento concluso)
  • 21:00
  • 10 euro
  • Biglietti acquistabili al botteghino del teatro. Info al numero 091.7434341.
Balarm
La redazione
Liberamente tratto dal poema di Omero, lo spettacolo di Emma Dante è incentrato sul viaggio di Telemaco alla ricerca del padre e sul ritorno a Itaca di Odisseo. Va in scena nella Sala Strehler del Teatro Biondo di Palermo venerdì 28 ottobre e domenica 6 novembre "Odissea a/r" nell'ambito della rassegna "70/30 - Il teatro che verrà".

Sul palco gli allievi attori della "Scuola dei mestieri dello spettacolo" del teatro, accompagnati dalle canzoni di Serena Ganci e Bruno Di Chiara. "Odissea a/r" ha debuttato in prima nazionale questa estate al "Festival dei Due Mondi" di Spoleto, Emma Dante lo ha scritto e diretto per gli allievi della "Scuola dei mestieri dello spettacolo" del Teatro Biondo di Palermo, a conclusione del biennio formativo.

Ricco di musiche e canzoni, di danze e invenzioni sceniche, l'"Odissea" di Emma Dante è una fiaba ironica e movimentata, che offre una lettura inedita, divertente, dissacrante e allo stesso tempo fedele del poema di Omero.
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«Odissea è il viaggio che ogni essere umano fa nel corso della vita – spiega Emma Dante – è il poema che ci ha permesso di interrogarci sui percorsi che segnano il destino, dove il motore di tutto è il movimento verso la propria origine. Dall’incontro con figure umane e sovrumane, ninfe e mostri, pretendenti e mendicanti è nato uno spettacolo ricco di evocazioni fantastiche legate al mito ma anche di riflessioni sulla condizione dell'uomo-eroe, che si dimostra piccolo e bugiardo.

Dopo avere errato vent'anni, Odisseo torna a Itaca e l’incontro tra il padre e il figlio ci permette di assistere all’umanizzazione del mito. Di Odisseo, Penelope e Telemaco scopriremo i lati più teneri e fragili, i loro difetti, le loro imperfezioni. Una madre e un figlio hanno aspettato a lungo il ritorno del mito e, durante l’attesa, hanno cambiato la propria natura».
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