"Gli Innominati": al Lelio la storia ispirata a "I promessi sposi"
La storia d’amore patriottica della letteratura italiana per eccellenza, così come non l’avete mai interpretata, osservata ed esaminata. Con un nuovo modo di analizzare i protagonisti e la loro anima. È un occhio tutto nuovo di studiare la dinamica manzoniana de “I promessi sposi” l’intero contenuto de “Gli innominati”, in scena venerdì 20 gennaio alle 21.30 al teatro Lelio.
La regia e i testi sono di Chiara Giacopelli, le coreografie di Noemi Minì con il corpo di ballo dell’A.S.D. Ensemble Junior Company, in collaborazione con l’Associazione Culturale Mecenatia. “Gli Innominati” è il secondo appuntamento di “Casual Theatre Project”, prima rassegna fatta da ragazzi per il giovane pubblico di Palermo. La direzione artistica è di Marcello Carini e la coordinazione artistica di Renata Orlando. Lo spettacolo ha debuttato lo scorso 10 dicembre al Teatro Pagliarelli ed è nato come omaggio morale per i detenuti del Carcere Pagliarelli di Palermo.
La viltà di Don Abbondio, le omissioni di Perpetua, i segreti di Gertrude, la corruzione di Azzeccagarbugli, il silenzio del Nibbio e dell’Innominato si intrecciano per la prima volta in un’unica narrazione che li contiene tutti e parla per tutti loro, di ciascuno di loro; l’assassino, il mandante, il vigliacco, il corrotto: ciascuno racconta se stesso e viaggia verso la crisi del pentimento, favorita dall’unica presenza benevola e santa: Lucia. Tra i numerosi protagonisti, una particolare attenzione meritano l’Innominato e Don Rodrigo: mandante e assassino.
Ambedue i carnefici, ciascuno nella propria buia “maschera”, si ritrovano vittima della propria vittima: Lucia, umilissimo ponte fra rei e Dio. Questa, come avvolta da una potentissima aurea di fede, che la protegge come un velo di luce, li affronta uno per uno: ogni colpa o delitto, con tutto il suo peso, crollerà definitivamente grazie alla misericordia silenziosa di questa straordinaria figura femminile a cui Alessandro Manzoni per primo affida tutte le sue speranze.Tutto, insomma, ruota intorno alla speranza del perdono divino, rivolto anche al peggiore dei carnefici o al più vile dei corrotti.
La regia e i testi sono di Chiara Giacopelli, le coreografie di Noemi Minì con il corpo di ballo dell’A.S.D. Ensemble Junior Company, in collaborazione con l’Associazione Culturale Mecenatia. “Gli Innominati” è il secondo appuntamento di “Casual Theatre Project”, prima rassegna fatta da ragazzi per il giovane pubblico di Palermo. La direzione artistica è di Marcello Carini e la coordinazione artistica di Renata Orlando. Lo spettacolo ha debuttato lo scorso 10 dicembre al Teatro Pagliarelli ed è nato come omaggio morale per i detenuti del Carcere Pagliarelli di Palermo.
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Già il titolo dello spettacolo fa riferimento all’unico personaggio dell’opera manzoniana che non ha un nome, l’Innominato, potente figura a cui Don Rodrigo si rivolge per attuare il rapimento di Lucia. Nell'incontro con lei - che rappresenta la Provvidenza - una luce lo porta alla conversione e si capisce come solo in un animo senza vie di mezzo, si può mirare a una redenzione e a una trasformazione completa. Prosa e coreografia si muovono sulla stessa lunghezza d’onda, dando vita a un unico corpo scenico.La viltà di Don Abbondio, le omissioni di Perpetua, i segreti di Gertrude, la corruzione di Azzeccagarbugli, il silenzio del Nibbio e dell’Innominato si intrecciano per la prima volta in un’unica narrazione che li contiene tutti e parla per tutti loro, di ciascuno di loro; l’assassino, il mandante, il vigliacco, il corrotto: ciascuno racconta se stesso e viaggia verso la crisi del pentimento, favorita dall’unica presenza benevola e santa: Lucia. Tra i numerosi protagonisti, una particolare attenzione meritano l’Innominato e Don Rodrigo: mandante e assassino.
Ambedue i carnefici, ciascuno nella propria buia “maschera”, si ritrovano vittima della propria vittima: Lucia, umilissimo ponte fra rei e Dio. Questa, come avvolta da una potentissima aurea di fede, che la protegge come un velo di luce, li affronta uno per uno: ogni colpa o delitto, con tutto il suo peso, crollerà definitivamente grazie alla misericordia silenziosa di questa straordinaria figura femminile a cui Alessandro Manzoni per primo affida tutte le sue speranze.Tutto, insomma, ruota intorno alla speranza del perdono divino, rivolto anche al peggiore dei carnefici o al più vile dei corrotti.
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