"Casual": al Lelio uno spettacolo incentrato sulle relazioni odierne
Un vecchio proverbio di memoria manzoniana recita che “l’abito non fa il monaco”. Eppure i vestiti che indossiamo e gli accessori che portiamo, con i loro colori più o meno sgargianti, rappresentano il messaggio – o la maschera pirandelliana – che noi vogliamo offrire pubblicamente al mondo. Con ciò che indossiamo si parla, si comunica si evidenzia il proprio “Io verso gli altri”.
Tutto questo sarà reso in chiave coreografica in “Casual”, il nuovo spettacolo del regista e coreografo Marcello Carini, con il corpo di ballo dell’ASD Ensemble Junior Company, venerdì 24 marzo alle 21.30 al teatro Lelio.
Il focus dello spettacolo è incentrato sulle relazioni odierne, ovvero quei rapporti “casual” dove - in una perfetta proporzione - gli oggetti stanno alle persone come queste alle relazioni, in un mix di lievi entità e difficoltà che paralizzano la propria veridicità d’animo. Emerge quindi uno spettacolo che racconta un concetto europeo, che nella moda enfatizza la ricerca del confortevole, contrapposto alle convenzioni delle uniformi: la realtà costringe l’uomo a immergersi in continue contraddizioni.
Una performance che porta a una domanda: quanto è arduo trovare il coraggio di riuscire a mantenere la propria autenticità, senza farsi sommergere da comode convenzioni? Molte le sorprese che il coreografo riserverà al pubblico, il quale sarà invitato a una profonda e giocosa riflessione, dove inevitabilmente i ricordi verranno coinvolti.
Tutto questo sarà reso in chiave coreografica in “Casual”, il nuovo spettacolo del regista e coreografo Marcello Carini, con il corpo di ballo dell’ASD Ensemble Junior Company, venerdì 24 marzo alle 21.30 al teatro Lelio.
Il focus dello spettacolo è incentrato sulle relazioni odierne, ovvero quei rapporti “casual” dove - in una perfetta proporzione - gli oggetti stanno alle persone come queste alle relazioni, in un mix di lievi entità e difficoltà che paralizzano la propria veridicità d’animo. Emerge quindi uno spettacolo che racconta un concetto europeo, che nella moda enfatizza la ricerca del confortevole, contrapposto alle convenzioni delle uniformi: la realtà costringe l’uomo a immergersi in continue contraddizioni.
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Tutti elementi che Marcello Carini - con freschezza scenica e brio - rende tangibili sul palcoscenico alternando velocità e lentezza, corpi ora asettici e ferventi, ora solidi e spezzati in continua evoluzione, oggetti e persone, essere e dover essere, suono e silenzio, quel silenzio dell’anima a cui si obbedisce senza troppi nterrogativi, che fa della società stessa un automa, fradicio di una pioggia frivola da cui, più che proteggersi, si nasconde con l’ombrello della parvenza.Una performance che porta a una domanda: quanto è arduo trovare il coraggio di riuscire a mantenere la propria autenticità, senza farsi sommergere da comode convenzioni? Molte le sorprese che il coreografo riserverà al pubblico, il quale sarà invitato a una profonda e giocosa riflessione, dove inevitabilmente i ricordi verranno coinvolti.
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