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Arriva il cannolo 2.0: si chiama "Ruggero" e resta bello croccante anche dopo dodici ore

Pronta un'invenzione culinaria che potrebbe soddisfare gli appassionati di questo dolce e tutti i turisti che vogliono portare una "guantiera" a casa da far assaggiare agli amici

Balarm
La redazione
  • 2 gennaio 2020

I cannoli siciliani

Per la felicità di tutti i siciliani, ecco che arriva il “Cannolo 2.0”. Si chiama "Ruggero" ed è stato sperimentato dal Cnr di Palermo: un cannolo evoluto, a dir poco “intelligente” e capace di autoproteggersi, con una buccia che (finalmente) non rammollisce più a causa del rilascio dell'acqua da parte della crema di ricotta nella "scorza".

La nuova versione ultra moderna del tipico dolce siciliano, invidiato in tutto il mondo, è stato sviluppato da un team del Cnr di Palermo guidato da Mario Pagliaro: è davvero un cannolo 2.0, che riesce a mantenersi croccante e piacevole al gusto anche a distanza di 12 ore dalla farcitura grazie ad un piccolo accorgimento.

Sembra un’invenzione che ha quasi del tecnologico e che è stata possibile mediante l’ausilio di una piccola quantità di glicerina, un prodotto naturale usato per ricoprire la parte interna della scorza prima della farcitura, garantendo così che anche a distanza di tempo dal riempimento della “scorcia” con la ricotta la buccia esterna rimanga friabile e croccante più a lungo rispetto ai cannoli vecchio stampo.
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Il nuovo cannolo è stato chiamato “Ruggero”, in onore di Ruggero II incoronato a Palermo primo Re di Sicilia quasi mille anni fa, e le prove sperimentali di pasticceria dimostrano come la sua scorza anche dopo alcune ore dalla farcitura mantenga intatta la sua favolosa croccantezza senza sfaldarsi (cosa che accade spesso durante il taglio del cannolo tradizionale).

In sostanza, grazie al sottile strato di glicerina interposto nella parte interna della scorza, i ricercatori sono riusciti a mantenere ben idratata l'interfaccia fra la crosta e la crema di ricotta, impedendo alle proteine del siero del latte presenti nella ricotta di emulsionare lo strato di grasso che ricopre la scorza in margine alla frittura, evitando quindi che si inumidisca e a distanza di tempo rammollisca.

Una novità che farà sicuramente felici gli amanti “dell’assaggio dell’indomani”, quelli che dopo il pranzo della domenica conservano con cura il vassoio dei dolcini nel frigo, per assicurarsi un'ottima colazione il mattino seguente.
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