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Caltagirone punta a diventare la "Città creativa Unesco 2021": tra i promotori un giovane dottorando

Il comune di Caltagirone non si accontenta dell'importante riconoscimento già ottenuto nel 2002 come Patrimonio Unesco per le sue preziose ceramiche e prova a fare il bis

  • 8 giugno 2021

Ruggero Pace Gravina, promotore della candidatura di Caltagirone a "Città creativa Unesco"

Il comune di Caltagirone, nel catanese, non si accontenta, giustamente, dell'importante riconoscimento già ottenuto nel 2002 come Patrimonio Unesco per le sue preziose ceramiche e ci riprova.

Per la precisione Caltagirone ha già tre riconoscimento Unesco: uno come "Città tardo barocco della Val di Noto", insieme con le altre 7 del territorio circostante; il secondo in merito a "La Scala Illuminata", riconosciuta come bene immateriale Unesco e, il terzo, grazie al "Corteo del Senato Civico" (sempre bene immateriale).

Nei giorni scorsi è stato presentato il dossier per la candidatura di Caltagirone a "Città Creativa Unesco 20212 nel settore "Crafts & Folk Arts".

La candidatura si inserisce nel solco della tradizione millenaria della città nella lavorazione dell'argilla e del ruolo trainante dell'artigianato ceramico nel suo sviluppo culturale, economico e turistico, ed è stata promossa, oltre che dalle istituzioni locali, dal giovane dottorando in Storia della Scienza e della Tecnica presso l'Università Statale di Milano, Ruggero Pace Gravina, nato e cresciuto a Caltagirone, curatore e progettista del bando a titolo gratuito.
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Pace Gravina, vista questa apportunità ha lasciato Milano per qualche tempo, ritornando nella sua città e proponendo la sua idea in primis al sindaco Gino Ioppolo.

«La mia proposta è stata sin da subito bene accolta - ci ha detto - incontrando la sinergia di tutte le istituzioni e, in breve tempo, anche di altri artisti, come il famoso marchio Dolce & Gabbana che ci ha sostenuto con una lettera ufficiale, inviataci da Alfonso Dolce, fratello di Domenico.

Il progetto che abbiamo realizzato lo definisco visionario ma assolutamente possibile. Nasce dalla volontà e dal sogno di vedere rifiorire Caltagirone ma, in generale, tutta la Sicilia grazie ad una nuova primavera legata alla valorizzazione e all'implementazione del vasto patrimonio culturale presente».

Nel dossier preparato, presentato come primo step già a Roma, dal quale dovrebbe arrivare un primo responso nella seconda metà di giugno e poi, se tutto va bene, proseguire alla volta di Parigi, alla Direzione Generale Unesco, oltre alla sezione che ripercorre le tappe storiche del comune del Catanese sono stati proposti dei progetti di ampio respiro che mirano alla valorizzazione della creatività e dell’artigianato nell’area del Mediterraneo.

«Abbiamo proposto nel dossier quattro progetti, da realizzare nei quattro anni successivi, di cui uno relativo all’istituzione di una Biennale della Ceramica Mediterranea che coinvolgerebbe, appunto, la migliore produzione artigianale del bacino. Il progetto toccherebbe città come Tunisi, Safi e Tetuan in Marocco, Talavera in Spagna, Barcelos in Portogallo ma anche, ovviamente, Sciacca e Burgio; oltre all’istituzione del Premio Città Mediterranea legato alla produzione artigianale della ceramica.

Un altro progetto su cui abbiamo investito molto riguarda il recupero del convento del '600 di San Bonaventura, struttura che nel 1890 fu adibita a carcere fino ai primi anni del 2000. Poi l’edificio è stato praticamente abbandonato ma al suo interno, oltre all’originale chiostro con un pozzo centrale, custodisce importanti affreschi del pittore Paolo Vasta, coperti dall’intonaco e pronti a ritornare alla loro originale bellezza.

Il recupero di questa struttura permetterà la creazione di un perimetro culturale in pieno centro storico con la possibilità di, oltre al recupero ambientale, realizzare uno spazio culturale polivalente, un quartiere di artisti in piena regola. Inoltre il recupero dell’ex carcere punterà alla messa in campo di progetti eco-sostenibili legati alla presenza di un orto all’interno della struttura.

Altri progetti, poi, coinvolgeranno le Università di Catania, Palermo e Messina con iniziative volte, principalmente, al riciclo dei materiali di scarto della lavorazione artigianale della ceramica».

Numerose sono state le adesioni alla candidatura: dalle associazioni di categoria agli ordini professionali, comprese le realtà culturali e gli enti museali del territorio, come il Museo regionale della ceramica e il Museo diocesano, la Soprintendenza, l’Osservatorio Calatino di Caltagirone, l’Ufficio turistico regionale.

«La candidatura a Città Creativa Unesco – sottolinea il sindaco Gino Ioppolo – rappresenta un importante passo avanti verso la Caltagirone del 2030, in relazione all’Agenda degli obiettivi sostenibili delle Nazioni unite. Per progettare la città del domani, si riveleranno fondamentali la partecipazione e il protagonismo dei maestri ceramisti depositari della creatività locale, delle realtà associative, professionali e degli enti pubblici in piena sinergia”

Caltagirone ha anche ottenuto il sostegno alla candidatura dalla Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia, dal Comune di Biella (Città Creativa Unesco nel settore Crafts & Folk Art dal 2019), dal Comune di Noto (capofila delle città del sito Unesco delle città tardo barocche del Val di Noto), dal Comune di Faenza, altra eccellenza nel panorama dell’artigianato e dell’industria ceramica, e dalle associazione nazionali Aicc (Associazione italiana città della ceramica), Cna (Confederazione nazionale artigianato) e Confartigianato.

«Auspico - ha concluso Pace Gravina - che la candidatura vada a buon fine e che questo sia solo un punto di partenza per un sostanziale rilancio di tutto il territorio siciliano, grazie alla rete di artigiani già presente che, ampliandosi, consoliderebbe il nostro antico e prezioso patrimonio».
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