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Coltivare le piante con un'app (a distanza) : la serra futuristica è già una realtà in Sicilia

L'idea è di tre giovani, un imprenditore agricolo e due programmatori, che hanno utilizzato una tecnologia già applicata nell'ambito delle smart cities. Ecco come funziona

  • 28 febbraio 2021

Da sinistra Luca Occhipinti, Andrea Angilletti e Alessio Occhipinti

Dei sensori, un’antenna e un’app permettono di gestire le serre a distanza e gestire le colture con notevoli vantaggi organizzativi e anche economici.

Andrea Angilletti è un giovanissimo imprenditore agricolo di Comiso, con una laurea in agraria. Ha 27 anni, coltiva more, lamponi e mirtilli nelle campagne di Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa, e nella sua serra sta sperimentando una tecnologia innovativa che per la prima volta in Italia viene applicata nel campo dell’agricoltura.

L’idea su cui si basa è di due suoi amici programmatori, due fratelli anche loro di Comiso, di 27 e 32 anni, Alessio e Luca Occhipinti che stavano lavorando su progetto che ruotava intorno alla tecnologia LoRaWAN, una radiofrequenza che ha bisogno di pochissima energia per funzionare, non utilizza la connessione a Internet né la rete elettrica e comunica dati su lunghe distanze, grazie a delle antenne che possono essere lontane anche fino a 750 chilometri.
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«Ci siamo detti "perché non sperimentare?" e abbiamo cominciato installando un sensore nella mia serra, - spiega Andrea - poi ne abbiamo via via messi altri. Per mesi abbiamo fatto prove in azienda e siamo riusciti a mettere in piedi un sistema perfettamente funzionante».

La tecnologia LoRaWAN sta prendendo piede in tutto il mondo e in Italia è già usata nell’ambito delle smart cities con dei progetti in Emilia Romagna o nella città di Milano. In agricoltura permette l’automatizzazione delle serre: il sensore diventa l’occhio dell’agricoltore, consente di controllare costantemente lo stato della pianta, a distanza.

«Io da casa, grazie all’app, sono in grado di programmare l’attività della mia serra, di monitorare i cambiamenti al suo interno, controllare tutti i dati climatici, impianto idrico, portelloni, pozzo e in più si possono rilevare attraverso il monitoraggio delle condizioni climatiche malattie, patogeni». Impostando dei parametri, l’app va in autonomia.

«Posso creare delle “scene” all’interno della mia applicazione - spiega ancora Andrea. - Per esempio, pensando al sensore della temperatura, se voglio che la serra arieggi e si abbassi la temperatura, mi basta impostare nell’app l’apertura dei portelloni nel momento in cui si raggiungono i 16 gradi. Non ho bisogno di recarmi sul posto né di fare alcuna operazione manuale. Semplicemente ricevo una notifica di azione compiuta».

Il sistema consente, senza fili, senza energia elettrica e senza internet in loco di trasmettere all’app i dati dei sensori installati nell’azienda e alimentati da una batteria di lunga durata (anche dieci anni), grazie a un’antenna installata a 10 chilometri di distanza.

Nella serra di Andrea ci sono adesso sensori che misurano la temperatura, l’umidità, la pressione dell’irrigazione. Il fatto che siano senza fili gli permette di spostarli dove serve controllare dei valori specifici.

A far funzionare tutto il sistema è una scatoletta, grande quanto uno smartphone, fatta in casa da Luca e Alessio, con la loro appena nata startup “Lualtek”. Nel Ragusano la sua adozione potrebbe essere rivoluzionaria, data la miriade di piccole e medie aziende agricole presenti nella zona.

Le richieste infatti, complice anche il costo bassissimo del sistema, arrivano numerose, dalle campagne siciliane ma anche dalla Svizzera fino al Sudafrica dove i ragazzi stanno già pensando di inviare dei pacchetti da assemblare poi in modo semplice una volta ricevuti.
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